di Giovanna Di Rosa
La figuraccia rimediata con il trasbordo di sedici mordaci e pericolosi potenziali assassini e violentatori in Albania lo stesso paese che pochissimi anni fa dispensava, nelle parole delle stesse destre che continuano a cavalcare lo stesso somaro mediatico, eserciti di mordaci e pericolosi potenziali assassini e violentatori (oggi che la mafia albanese è un potente realtà, ci si va più cauti, ché non si sa mai), non fa stare bene il governo.
Anzi lo fa stare così male che tutti a testa bassa si mettono a lavorare per redigere una lista di paesi sicuri secondo Meloni, da aggiornare ogni sei mesi: peccato che su quelle liste, una delle tante inutili liste con le quali si fanno belli, decida l’Europa sulla base di parametri europei decisi dall’UE. Butta così.
E tu sei lì che hai fatto tutto. Gli hai firmato il patto di stabilità; te la sei portata in giro di qua e di là; per non metterla in difficoltà [sic] non l’hai nemmeno votata e ora rischi persino che facciano saltare il aria Fitto che da Fit-to diventerebbe un-Fit-to: una specie di onta sull’onda dell’a fà la storia gna’ famo.
E poi andrà considerata, e non toccherà nemmeno aspettare molto, la composizione della lista dei paesi sicuri secondo Meloni che in questi ultimi mesi non ha dato che sorprese, diciamo che potrebbero esserci: la Tunisia (costituzione sospesa dal nuovo presidente); l’Egitto (rispetto al quale stato dei diritti meglio tacere piangendo); l’Uganda nuovo possibile porto di sbarco dell’idea meravigliosa dello zoo per migranti già sperimentato con doloroso insuccesso in quell’Albania paladina di tutti i diritti e tutte le democrazie. Basta chiedere agli oppositori.
Così avanti con la saggezza del ministro Nordio: quello che “La sentenza della Corte Ue non è stata disapplicata da noi, ma male interpretata dai nostri giudici” e che poi prosegue, tutto una rassicurazione: “Non ci saranno diktat [sic]sui paesi sicuri. La materia è oggetto di approfondimento. Ma è certo che non spetta alla magistratura conferire questa patente, e la sentenza della Corte dice proprio che è compito dello Stato”. Va detto, per insinuare il dubbio, che se la materia è oggetto di approfondimento, non ci può essere nulla di certo. A parte il silenzio.
Si attendono nuove mosse – scriviamo di domenica aspettandoci decretazione d’urgenza nel giorno dedicato al riposo, a sensi un po’ più spenti, diciamo.
(20 ottobre 2024)
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