di Giancarlo Grassi
Nel bel mezzo delle dichiarazioni opime di giustificazioni risibili di Carlo Calenda che non ha votato la sfiducia alla Santanchè perché tanto non sarebbe stata sfiduciata – applause applause applause – in un ragionamento circolare che da Calenda parte e a Calenda finisce, non si vorrà che sappiano anche parlare agli altri, si riesce a rendere inconsapevolmente noto quanto poco importi a questa gente seduta lì, di ciò che succede sul serio.
Nel silenzio assordante, odio gli ossimori scritti per stile, ma tocca usarli, di tutto un arco parlamentare, nessuno escluso, si sta perpetrando il più clamoroso attacco agli intellettuali italiani dai tempi degli editi bulgari dell’augusto defunto che perpetuano l’abitudine di liberarsi di coloro che, grazie al ragionamento e alla cultura dicasi conoscenza, sono ad esempio in grado di spiegare i fenomeni malavitosi e le loro origini, nonché la pessima abitudine di questi fenomeni malavitosi di insinuarsi con grazia, tenacia e spesso grazie a minacce, nel tessuto politico. In questo Saviano è un maestro, ma gli si preferisce Santanchè che fa notizia. E si capisce il perché: tra i due non c’è confronto né potrebbe esserci. Le uscite parlamentari di Santanchè sono infatti perfette per il modello di paese incolto, credulone, stupidotto e senza senza critico che queste destre vogliono e grazie alle quali una ministra come Roccella dice a proposito della Gpa “Non arresteremo nessuno”, e riesce anche a non vergognarsi. Santanchè rimane e Saviano se ne va: in nome di un non meglio precisato codice etico. C’è da morire dal ridere.
Del resto facendo saltare il programma di Facci, si è trovata la scusa perfetta in nome di un codice etico preventivo, che si chiama censura, di togliersi dai piedi chi si ritiene scomodo: cioè tutti gli intellettuali scomodi che vengono messi da parte in una forma un po’ più raffinata di squadrismo che ricorda tristemente non tanto il ventennio, ma le assai più recenti leggi liberticide in Ungheria, in Polonia, e prima ancora in Russia e Turchia che proprio dagli intellettuali e dalla stampa hanno iniziato per la loro involuzione autocratica.
Le opposizioni serie, dalle quali Calenda e Renzi sono esclusi, o che si ritengano tali, qualcosa dovranno decidersi a fare al di là delle frasi di circostanza per guadagnare mezzo punto in più o in meno nei sondaggi. Ma quali sono le opposizioni seria in queste paese? E questo paese ha un’opposizione che vada oltre la frase ad effetto del momento? Perché spesso si ha l’impressione che non abbiano ben capito con chi hanno a che fare.
(27 luglio 2023)
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