Le corealizzazioni tra la quarantesima edizione del Romaeuropa Festival e la Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello proseguono con La diva del Bataclan, l’ultima creazione scritta e diretta da Gabriele Paolocà, tra i fondatori della compagnia VicoQuartoMazzini, che debutta in prima nazionale il 28 ottobre al Teatro Vascello, in una coproduzione tra Romaeuropa Festival, Cranpi, SCARTI Centro di produzione Teatrale d’Innovazione.
Lo spettacolo è un musical che scava nelle pieghe oscure di una società ossessionata dalla ricerca di fama e riscatto. Con le musiche di Fabio Antonelli, La diva del Bataclan racconta la storia di Audrey, una giovane donna disposta a tutto pur di sfuggire a una realtà che non sente sua. A darle corpo è la poliedrica artista e performer Claudia Marsicano, che interpreta una figura ambigua, che si reinventa come sopravvissuta agli attentati terroristici di Parigi del 2015, in un gioco pericoloso di finzione e realtà.
Dissacrante e provocatorio, lo spettacolo affronta il tema delle false vittime della strage parigina. Paolocà e Antonelli danno vita a un’allucinazione musicale che reinterpreta in forma scenica un fatto di cronaca, specchio degli abissi dell’umanità del ventunesimo secolo.
Gli attacchi del 13 novembre 2015 causarono la morte di 130 persone e il ferimento di altre 413. Il più sanguinoso si consumò all’interno del Bataclan, una delle sale concerto più importanti della città. I tragici eventi di Parigi sono stati tra i primi, di portata così grande, ad essere epicentro di un’esplosione mediatica globale: dolore e solidarietà presero forma e voce nei social network, divenendo anche – nella contraddizione che segna il nostro presente – terreno d’invidia per la visibilità di coloro che si sono trovati al centro della tragedia.
Nel mondo di immagini e parole, che amplifica i drammi rendendoli spettacolo, ecco il terreno fertile per la nascita di “false vittime”, figure che hanno scelto di alimentare la propria visibilità appropriandosi del dolore altrui.
Nel desiderio di riscatto e disperazione, Audrey si immerge in un’identità costruita, sfidando la realtà e i suoi limiti, e si trasforma in una martire, la “Diva del Bataclan”. Una rocker (in riferimento alla band Eagles of Death Metal che si esibiva la sera della tragedia), pronta a trascinare il pubblico in un vortice dove ogni nota racconta il desiderio di reinventarsi e di scomparire, di essere visti a ogni costo.
Come spiegano le note allo spettacolo: L’idea è quella di creare un perturbante cortocircuito tra un genere artistico innocuo come il musical e la brutalità della storia narrata: quella di un’emarginata che per il raggiungimento dei propri obiettivi, tenta un atto deplorevole e disperato. Dopo la tragedia, per la prima volta la community dei social media manifestò la propria potenza mediatica davanti a un trauma collettivo dal forte impatto emotivo. Tutto il mondo condivise il proprio orrore, le proprie ansie, le proprie paure; ognuno diede sfogo al suo “narcisismo algoritmico”, esprimendo la propria opinione; chiunque, sulla propria bacheca, lucrò un po’ di fama commentando quelle immagini atroci. Grazie ai media i sopravvissuti, ma anche i parenti e i conoscenti delle vittime, furono investiti da un’attenzione e da una solidarietà senza precedenti. E di conseguenza, per assurdo, da un’inaspettata fonte di invidia. Il clamore mediatico e la prospettiva di un risarcimento economico spinsero una quindicina di persone a fingersi vittime di quegli attentati, dando così origine al fenomeno delle false vittime: figure che intrecciano in sé mitomania, miseria sociale e narcisismo patologico. Esse incarnano la brutalità del nostro tempo, in cui la spinta individualista si scontra con la dura realtà di un sistema al collasso e l’ostinata volontà di perseguire a tutti i costi il famigerato “sogno di gloria” flirta con l’impossibilità di raggiungimento di quel sogno, spingendo la falsa vittima verso la perversione più estrema e paradossale: desiderarsi primo tra gli ultimi, protagonista incontrastato della sconfitta. Nell’analisi di questo fenomeno si possono riconoscere aspetti amplificati ed estremizzati di ognuno di noi. La falsa vittima rappresenta ciò che tutti noi siamo quando desideriamo riconoscimento per le nostre difficoltà, il bisogno di auto vittimizzazione di fronte alle complessità del mondo.
Dopo il debutto del 28 ottobre, lo spettacolo andrà in scena anche il 29 e il 30 ottobre alle ore 21.00.
La Diva del Bataclan
Regia, drammaturgia e liriche Gabriele Paolocà
con Claudia Marsicano
e con Gabriele Correddu
musiche originali Fabio Antonelli
scene Rosita Vallefuoco
luci Martìn Emanuel Palma
drammaturgia fisica Carlo Massari
video Luca Brinchi e Gabriele Paolocà
progetto audio Niccolò Menegazzo
costumi Anna Coluccia
aiuto regia Marco Fasciana
tecnica Chiara Zaffiro
assistente volontario Matteo Libertucci
ufficio stampa Antonella Mucciaccio
si ringrazia per le traduzioni Marco Chenevierproduzione Cranpi, SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione, Romaeuropa Festival con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, Regione Lazio, con il sostegno del Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), Comune di Sansepolcro e Teatro Biblioteca Quarticciolo, in collaborazione con Romaeuropa Festival, in corealizzazione con La Fabbrica dell’attore – Teatro Vascello
(24 ottobre 2025)
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