di Andrea Mauri
Siamo arrivati alla conclusione del festival Letterature e alla fine di bellissime e intense emozioni. La serata del 16 luglio è stata all’insegna della grande letteratura, affidata alle parole della poetessa, scrittrice e traduttrice Vivian Lamarque, che ha letto quattro diversi ritorni, tratti dai suoi versi scritti negli anni. Il primo, inedito, ha reso omaggio a Pier Paolo Pasolini a cinquant’anni dalla sua morte. Il secondo era concentrato sulle figure di Dario Bellezza e di altri poeti, scritto in occasione del Festival dei Poeti, svoltosi a Ostia Antica nel 1995. Il terzo testo era dedicato al ritorno degli amanti, tratto dal suo libro Amore da vecchia. L’ultimo testo è un ritorno senza ritorno, dedicato alle tragedie del Mediterraneo, a quei naufragi che erano in cerca di un luogo più sicuro dove mettere le radici.
A seguire è stata la volta di Eshkol Nevo, tra gli scrittori israeliani più noti sulla scena letteraria internazionale. I suoi libri, vincitori di numerosi premi, sono stati tradotti in 14 lingue, tra le sue opere ricordiamo La simmetria dei desideri, Tre piani e Legami (Feltrinelli Gramma). Nevo per il festival ha letto l’inedito Spoiler, le vicende di un ragazzo che nel gruppo scout incontra una ragazza e ne rimane colpito, senza ancora sapere che non si perderanno mai più nella vita, senza che il loro legame possa etichettarsi in qualche modo. Perché spoiler? L’episodio scatenante della loro relazione è il giorno in cui il ragazzo decide di andare al cinema a vedere Birdy e la ragazza gli racconta la fine, scatenando l’ira di lui. A conoscerla meglio, lei si definisce una spostata e un giorno arriva la notizia del suo tentativo di suicidio tagliandosi le vene. Tale episodio avvicina ancora di più i due ragazzi, ma li allontana pure, in diverse visioni della vita, tanto che a un certo punto arrivano addirittura alle mani in una lotta senza precedenti, tra urla e graffi come due pazzi. Il fratello di lei muore al fronte durante l’arruolamento obbligatorio in Israele, e ancora una volta questo incidente avvicina e allontana i due ragazzi. Rimane il buco del suicidio di lei, di cui non parleranno mai in ogni occasione di incontro.
La serata è proseguita con Nadia Terranova, scrittrice italiana tradotta in tutto il mondo. Tra i suoi libri ricordiamo: Gli anni al contrario (Einaudi, 2015), Addio fantasmi (Einaudi, 2018) e Trema la notte (Einaudi, 2022). Il suo ultimo romanzo è Quello che so di te, pubblicato da Guanda nel 2025. Un testo intenso, quello della Terranova, dedicato alla figura di Penelope. Considerate Penelope è un viaggio nella figura di una donna incompresa dalla Storia, rappresentata come moglie casta in attesa del ritorno di Ulisse, una condanna, che ha sempre nascosto la sua vera anima. Moglie tormentata e ingannatrice; sì ingannatrice, ma per salvare l’onore del marito. Una perfetta mistificazione della realtà, che ha offerto il fianco alle donne di criticare i comportamenti fuori schema delle altre donne, il seme dell’odio tra simili, per uccidersi, per eliminarsi, invece di costruire una rete di solidarietà.
La serata si è chiusa con la dolcezza e la fermezza della voce di Azar Nafisi, autrice iraniana del bestseller Leggere Lolita a Teheran (Adelphi, 2004) diventato di recente anche un film grazie al regista Eran Riklis, il suo ultimo libro è Leggere pericolosamente (Adelphi, 2024). Un inedito di profonda disamina della società iraniana in un racconto autobiografico. Il titolo esprime già tutto: Ritorno alla Repubblica dell’immaginazione. Quello che non è mai stato l’Iran, che l’autrice ha sperato di trovare e ritrovare nel suo luogo di origine, ma che sempre l’ha delusa. Il racconto si dipana attraverso la lettura di libri, grandi classici e storie minori, e delle biblioteche che li ospitano. La salvezza per Nafisi nei momenti più bui della sua esistenza. Le letture notturne con il padre e la sua voce suadente, fino ai quattordici anni, quando è costretta a lasciare Teheran per il Regno Unito. I libri con lei, anche nel suo miniappartamento freddissimo in inverno. È il tempo di letture accanite. Intanto, a Teheran il padre dell’autrice, amato ex sindaco della città, viene arrestato per insubordinazione e condannato a quattro anni di carcere. Per l’uomo sono gli anni più intensi della sua attività intellettuale: scrive libri, traduce testi, e su questi lavori condivide le emozioni con la figlia Azar. Il 1979 è l’anno del ritorno della scrittrice in Iran. Sembrava una vita normale, ma qualcosa non funzionava. Azar Nafisi è sconvolta dallo sguardo diffidente sulle donne che non indossano il velo nero. Le milizie controllano la vita degli abitanti. È sempre più frequente la pratica del matrimonio combinato per bambine di nove anni. È questa la casa che Azar Nafisi pensava di ritrovare? Tutto crolla il giorno in cui l’autrice incrocia per strada il cadavere impiccato di un uomo, a monito per tutti i cittadini. È l’ora di prendere dei provvedimenti. Azar Nafisi si salva con la lettura e la scrittura. Organizza incontri di lettura a casa sua con delle studentesse; nel frattempo pianifica di lasciare di nuovo l’Iran per stabilirsi definitivamente negli Stati Uniti. Con lei, la biblioteca come casa portatile, come rifugio a portata di mano in ogni angolo del mondo.
Anche in quest’ultima serata, le musiche a commento delle letture sono state arrangiate dai Mokadelic.

Il festival allo Stadio Palatino è terminato, ma ci sarà un’appendice. L’ultimo appuntamento sarà il 19 luglio all’Idroscalo di Ostia con Nicola Lagioia, autore fra gli altri di Riportando tutto a casa (Premio Viareggio-Rèpaci, Premio Vittorini, Premio Volponi), La ferocia (Premio Strega, Premio Mondello) e La città dei vivi (Premio Alessandro Leogrande, Premio Bottari Lattes, Premio Napoli). Lagioia ripercorrerà la storia della letteratura dalla Genesi all’Iliade, da Pier Paolo Pasolini a Simone Weil a Elsa Morante, provando a leggere l’umana attitudine alla distruzione come una malattia della specie: La guerra come malattia della specie. La mutazione antropologica come condanna.


(17 luglio 2025)
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