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Dolore e ironia a “Letterature” di Roma

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di Andrea Mauri 

Serata del 15 luglio di Letterature allo Stadio Palatino, l’occasione per celebrare un importante anniversario: i cento anni dalla nascita di Flannery O’Connor (le cui opere sono pubblicate in Italia da minimum fax). Per l’occasione l’attrice Isabella Ragonese ha letto un testo inedito della maestra della letteratura statunitense, dal titolo La breve vita felice. Un diario della scrittrice, dopo la notizia di avere contratto il Lupus, la stessa malattia che portò alla morte il padre. C’è una sottile, dolce ironia nelle parole della O’Connor, anche quando racconta i suoi dolori alle ossa, l’uso delle stampelle, gli altri che la osservano come una storpia. Ma la visione cambia, quando la scrittrice incontra una vecchietta che le ricorda che nel Vangelo di Giovanni è scritto che gli storpi saranno i primi a entrare nel cielo del Signore. Che consolazione, commenta la O’Connor, pur essendo l’autrice intrisa di religione cattolica nella sua educazione. Il diario ripercorre anche le tappe di un viaggio in Europa, la difficoltà di spostarsi con le stampelle, l’arrivo alla tappa desiderata, quanto deludente, di Lourdes. La descrizione delle abluzioni benedette è quanto di più critico ci possa essere sugli affari delle guarigioni: litri di acqua speciale che i pellegrini bevono, le immersioni in vasche dove vi entrano tutti con diverse malattie, l’obbligo di indossare una specie di saio che poco prima era stato indossato da un altro malato, e non importa quale malattia avesse, l’importante è condividere quell’indumento nello sprezzo assoluto delle minime regole igieniche. Purtroppo, arriva il peggioramento dello stato di salute, l’annullamento degli impegni, l’ospedale. La scrittura di Flannery O’Connor si diluisce nel dolore e l’ultima parte del diario della malattia è veramente emozionante.

A seguire, è salito sul palco Éric Reinhardt, scrittore francese, drammaturgo e curatore di libri d’arte, che con Sarah, Susanne e lo scrittore (Fazi Editore) è stato finalista al Premio Goncourt. Reinhardt ha letto l’inedito L’aria di quegli anni, un ricordo nel luogo di infanzia, Clichy – sous – Bois, famoso per le cronache delle rivolte nelle banlieue francesi. Per lo scrittore, quel luogo sono le prime sensazioni importanti della vita. È lo spazio scenico della consapevolezza di sé, speranza di una altrove. Poi la partenza e l’abbandono dell’infanzia. Da quel momento in poi Reinhardt non ha voluto più pronunciare il nome di Clichy – sous – Bois, fino alle violenze del 2005, quando molti ragazzi venivano catturati e uccisi dalla polizia e il conseguente stato di emergenza dichiarato dallo Stato francese. Lo scrittore decide di ritornare nel caos, tutto è cambiato, ma è pur sempre il ritorno all’essenza dell’infanzia.

Poi sarebbe stata la volta della scrittrice giapponese di fama mondiale Murata Sayaka, autrice tra gli altri di La ragazza del convenience store, vincitore del Premio Akutagawa, La cerimonia della vita, Parti e omicidi e Vanishing World (Edizioni e/o). Trattenuta in Giappone per problemi di salute, il suo testo inedito L’ultima neve è stato letto dall’attrice Gioia Salvatori. Un racconto dalla tipica ironia giapponese, il cui protagonista è un “assistente al suicidio”. Tra i clienti che lo contattano, arriva la mail di una donna che vuole terminare i suoi giorni a Zurigo. L’assistente accenta l’incarico, i due si incontrano in Svizzera e la donna esprime la volontà di essere chiusa in un frigorifero nella certezza che, se la pillola non dovesse funzionare, almeno lei starebbe tranquilla che in un modo o nell’altro arriverà alla morte. La seconda parte del testo è la lettera che la donna scrive al frigorifero, raccontandogli le sue intenzioni e assicurandosi che l’apparecchio le tolga definitivamente la vita.

Subito dopo è stato il turno di Nicoletta Verna, autrice de Il valore affettivo, menzione speciale al Premio Calvino, Premio Severino Cesari e Premio Letterario Massarosa, e de I giorni di Vetro (Einaudi), opera vincitrice del Premio dell’Unione Europea per la Letteratura e del Premio Letterario Chianti. La scrittrice ha letto l’inedito Macerie, incentrato sulla guerra e sulla ricerca di una madre del figlio disperso. Tale ricerca porterà la donna fino a un ospedale psichiatrico in provincia di Firenze, dove crede di riconoscere in uno dei reduci impazziti, il figlio. Cosa accadrà da questo incontro? Il ragazzo è veramente il figlio della donna oppure la donna per non accettarne la scomparsa riconoscerà quell’uomo come il figlio che cercava?

Il gruppo musicale Mokadelic ha commentato le letture con le sue note, dando vita a una serata coinvolgente.

foto Andrea Mauri | ©gaiaitalia.com 2025
foto Andrea Mauri | ©gaiaitalia.com 2025
foto Andrea Mauri | ©gaiaitalia.com 2025

 

(16 luglio 2025)

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