di Paolo M. Minciotti
“Quello che accade a Budapest da troppi anni è il tentativo di instaurare un regime nel cuore dell’Europa, di cui il divieto del Pride è solo uno dei tasselli più evidenti di smantellamento dello Stato di Diritto: sabato 28 giugno saremo al Budapest Pride insieme ad associazioni, attivisti e figure politiche da tutta Europa per ribadire il sostegno italiano alla comunità lgbtqia+ ungherese e chiedere che il Governo Italiano segua il monito di Von Der Lyen a sostegno della marcia”. Così Rosario Coco, Presidente Gaynet in una nota.
“È agghiacciante la strumentalizzazione del Governo Orban circa il tema dei minori, usato per rendere illegale una marcia che li esporrebbe alla ‘propaganda Lgbt’. Come hanno detto magistralmente i tifosi del Bodo Glimt, squadra di calcio della prima serie norvegese con una coreografia che sta facendo il giro del mondo, bisogna fare attenzione a chi si odia perché potrebbe essere il figlio o la figlia che si ha accanto. Il vero problema dei minori in Europa si chiama bullismo e discriminazione, visto che 7 persone su 10 Lgbtqia+ hanno subito insulti e minacce a scuola per via della propria identità (dati FRA), mentre più in generale odio, misoginia e violenza di genere dilagano colpendo a prescindere da orientamento sessuale e identità di genere. Uno Stato che colpisce il Pride colpisce nella sostanza le garanzie dei trattati fondamentali dell’Unione Europea, dalla libertà di manifestare al principio di non discriminazione. Alla nostra presidente Meloni, spesso in sintonia con Von Der Lyen, chiediamo di sposare il sostegno della presidente della commissione UE alla marcia di sabato”.
(26 giugno 2025)
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