di Vittorio Lussana
Gian Piero Gasperini è il nuovo allenatore della Roma. Trattandosi della piazza capitolina, assai diversa da quella bergamasca, ci sono alcune avvertenze e modalità d’uso che, si spera, possano tornare utili a fornire qualche idea per la riuscita del suo progetto di squadra. Eccovi, dunque, un sintetico decalogo per la Roma del futuro:
1) Bisogna armarsi di santa pazienza: il gioco di Gasperini non è di immediata digestione.
2) Di solito, le squadre da lui allenate iniziano a funzionare a ottobre/novembre, poi può anche vincerle tutte, fino alla fine.
3) E’ bravissimo nell’individuare e valorizzare i giovani, oppure nel recuperare quei calciatori che hanno vissuto momenti negativi o che provengono da lunghi infortuni; meno con i senatori e i personaggetti in generale.
4) Sul mercato, si cerchi di rafforzare la difesa con qualche elemento solido, in grado di guidare il reparto con personalità, perché il gioco del Gasp soffre le imbucate di contropiede.
5) I tifosi romanisti si abituino a vincere in trasferta e a soffrire in casa, soprattutto con quelle formazioni che si chiudono a riccio, o che parcheggiano il pullman della squadra davanti alla porta.
6) Altro punto debole dello schema-Gasperini: non sempre riesce ad amministrare le partite quando è in vantaggio. Anche in questo caso, si dovrebbe ovviare individuando alcune personalità a centrocampo abili nel palleggio, al fine di collegare al meglio i reparti e governare gli incontri difficili. Si ricordi che la Roma di Liedholm e Falcao vinse uno scudetto addormentando molte partite con i suoi palleggiatori (Prohasca, Di Bartolomei, lo stesso Falcao). Ciò può servire a limitare i danni in certe giornate storte, che possono sempre capitare.
7) Gian Piero Gasperini, ogni tanto rilascia dichiarazioni strane, non sempre immediatamente comprensibili: dotarsi di decodificatore.
8) L’ambiente romano (non romanista in sé, ma romano in generale…) può rivelarsi difficile per un tecnico che appare più adatto alle condizioni ambientali di zero-stress, o in quelle squadre di provincia che, di solito, non hanno grandi aspettative.
9) Si teme l’effetto-Zeman: un allenatore rivoluzionario, ma poco adatto, anche lui, alle realtà più complesse. Si ricordi che vincere a Roma non è per niente facile.
10) Quando Gasperini imbrocca la squadra e la capisce, ci si possono togliere molte soddisfazioni, anche sorprendenti. Inoltre, le sue squadre fanno sempre punti, anche quando denunciano qualche lacuna o non sono perfettamente assemblate. Potranno esserci alcune stagioni da quinto posto e altre in cui, sulla spinta dell’entusiasmo, si potrà raggiungere qualche obiettivo. Tuttavia, si tenga presente che i teorici come Gasperini non fondano il proprio sistema di gioco sul corollario “primo: non prenderle”, bensì attorno a un’idea molto offensiva, culturalmente rivoluzionaria, che comporta sempre dei rischi. Tuttavia, si tenga bene a mente che è sempre meglio avere un gioco rivoluzionario e una società molto accorta sul mercato e non il contrario.
In bocca al lupo ai generosi tifosi romanisti.
(2 giugno 2025)
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