di Vittorio Lussana
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato ricoverato all’ospedale Santo Spirito per un intervento programmato. Si tratta dell’impianto di un peacemaker e le sue condizioni non destano preoccupazioni di sorta.
Ovviamente, la città di Roma si è subito agitata. Tuttavia, possiamo assicurare che il Santo Spirito è un ottimo ospedale, con medici di prim’ordine. Noi del quadrante Prati-Balduina ci siamo passati tutti quanti, per un motivo o per l’altro. Non appena qualcuno non si faceva vedere in giro per qualche giorno, subito la domanda sorgeva spontanea: “E’ finito al Santo Spirito”? Chi si rompeva una gamba, chi si spaccava la testa, chi ingoiava una bilia, chi cadeva per le scale, al fine di dimostrare che saltava almeno dieci scalini per volta. Ebbene, siamo ancora qui, tutti quanti interi con i nostri ricordi. Di gesso, il più delle volte.
La triangolazione ospedaliera di Roma nord, quella composta da Santo Spirito, Policlinico Gemelli e ospedale pediatrico Bambino Gesù, penso abbia visto passare tutti quanti, riattaccandoci i vari pezzi che rischiavamo di perderci per strada. Per vari motivi e in diversi modi. Per le nostre interminabili partite a pallone, innanzitutto, ma anche per le mode che ci piombavano addosso dagli Stati Uniti d’America, come per esempio lo skateboard.
Poi giunse l’epoca delle biciclette da cross, con le quali pretendevamo di volare nelle scarpate di via Proba Petronia: la stessa zona in cui venne girata la famosa scena della disastrosa partita di calcio tra scapoli e ammogliati del primo Fantozzi. E anche la scena iniziale de Il sorpasso di Dino Risi.
Anche di quel periodo, ricordiamo bei ficozzi. Il ficozzo’ lo scriviamo per i non romani, sarebbe il bernoccolo: a Roma viene chiamato così, anche se nessuno ha mai capito il perché. Invece, le cadute con la bici si chiamano: “Grifi”. Quando qualcuno si spalmava sul brecciolino di una via, di solito si diceva: “Ahò! Il secco ha fatto il grifo: un volo che manco t’immagini. Mo’ sta ar Santo Spirito tutto incerottato: pare la mummia di Tutankhamon”. E giù tutti a ridere.
Sono bei ricordi, quelli legati all’ospedale romano del Santo Spirito: almeno una volta l’anno ci finiva qualcuno. Anzi, da oggi in poi, il presidente Mattarella può considerarsi cittadino romano a tutti gli effetti. Bisognerebbe scriverlo persino sulla carta d’identità: nazionalità italiana; segni particolari: è finito al Santo Spirito. Almeno un paio di volte.
I migliori auguri di pronta guarigione al nostro amato presidente, Sergio Mattarella. A cui vogliamo un gran bene.
(16 aprile 2025)
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