di Vittorio Lussana
Lo scorso 8 marzo, presso lo storico Salone d’onore del Coni, si è svolto il XXXI Congresso nazionale elettivo dell’Endas: una bella realtà associativa dalle lontane radici laiche e mazziniane, riconosciuta dal Coni, che si pone l’obiettivo di diffondere i valori dello sport.
L’Endas (Ente nazionale democratico di azione sociale, ndr) è, infatti, una grande associazione di promozione sportiva diffusa capillarmente in tutta Italia. Una protagonista reale di quel fenomeno moderno che è l’auto-organizzazione dei cittadini, chiamati a rispondere a un sempre più urgente bisogno di attività culturali, turistiche, sociali, ambientali, sportive e artistiche.
L’Endas è diventata un punto di riferimento stabile nel panorama dell’associazionismo italiano, poiché sviluppa e consolida una partecipazione cosciente del cittadino alla vita della Repubblica, favorendo quel processo democratico e civile che rende di ogni Paese un baluardo della sovranità popolare, impegnandosi altresì a prendere iniziative che favoriscano la socialità nel pieno rispetto della persona umana, ispirandosi a quei valori della cultura laica e libertaria a cui l’associazione, storicamente, si richiama.
L’appuntamento romano dell’8 marzo ha visto la partecipazione di ospiti illustri, delegati e presidenti regionali, consiglieri e tecnici, provenienti da tutta Italia. E i lavori congressuali hanno obiettivamente rappresentato un momento di fondamentale importanza. Il suo presidente, Paolo Serapiglia, è stato confermato per il suo terzo mandato: un segnale di continuità e fiducia riposta per il lavoro svolto. Contestualmente, sono stati eletti anche gli altri organi nazionali, ma a rendere l’appuntamento ancor più significativo è stata la coincidente ricorrenza della Festa della donna, che ha confermato l’Endas in quanto ente innovativo all’interno del nostro panorama sportivo nazionale. Infatti, il 50% dei componenti degli organi nazionali eletti sono donne: un risultato che non è affatto frutto del caso, ma dell’impegno concreto nel garantire equità, merito e pari opportunità.
Si è trattato, insomma, di una buona idea: far combaciare questo congresso con l’8 marzo, al fine di testimoniare un sincero impegno nel promuovere cambiamenti valoriali e sostanziali nel mondo dello sport. Nel corso dei lavori, vi è stato anche un momento di grande coinvolgimento grazie ai due flashmob organizzati delle ragazze del gruppo Pink Claw (artiglio rosa, ndr): un progetto che promuove l’empowerment femminile e l’equità di genere attraverso lo sport. Il primo si è svolto in un luogo esclusivo, cioè l’ufficio del presidente del Coni, Giovanni Malagò, dove un centinaio di atlete, con divertente spirito sportivo, hanno trascinato il presidente, atteso nel Salone d’onore, al grido di: “Viva le donne”; il secondo, ha animato l’iconica scalinata del Campidoglio, attirando non poco l’attenzione dei tanti turisti presenti nella capitale.
Un bel segnale verso un futuro più sostenibile, in cui i valori laici dello sport, dell’inclusione e del rispetto per l’ambiente camminano di pari passo. Molto bene, possiamo dire…
(11 marzo 2025)
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