di Vittorio Lussana
Quel che sconvolge dei sovranisti al potere non è tanto il fatto che ribaltino di netto le alleanze politiche internazionali, come per esempio sta facendo Donald Trump, il quale brama di allearsi con la Russia contro l’Ucraina e l’Europa. Ci si può chiedere, infatti, il perché tutto questo. E la risposta è molto semplice: perché smontare tutto ti dà un ritorno d’immagine e si passa per rivoluzionari. Dunque, la Ue diventa il capro espiatorio di ogni guaio e inefficienza imperante nei singoli Stati.
Ma quel che stupisce veramente è il non riuscire a vedere come i sovranisti, quando vanno a governo, non facciano altro che infilarsi in questioni e vicende più grandi di loro, contro cui ci sbattono la testa senza mai riuscire a cavare un ragno dal buco. Come, per esempio, sul protocollo Italia-Albania: perché tornarci sopra adesso? Per puro masochismo? Non è dato sapere.
Ormai va di moda sostenere forze politiche che, quando va bene, si dimostrano puerili e ingiuste. Oppure, che non possiedono la minima sensibilità umanitaria e sociale: una cosa che, nel medio-lungo periodo, porta una sfiga atavica. Anche perché, se non ti liberi di tutti – cosa alquanto impossibile – prima o poi vieni atteso al varco…
In secondo luogo, i risultati veri non li misura nessuno: una cosa da scemi di guerra, passateci il termine. Poi è chiaro: rispetto al teatro dell’assurdo messo in piedi da Donald Trump, la nostra premier, Giorgia Meloni, appare come Santa Caterina da Siena. Tuttavia, ragazzi: non si vede alcun vantaggio politico, nemmeno minimo, nello scegliere queste forze. La vecchia Democrazia cristiana, quando si acconciò con la politica dei due forni al fine di introdurre una serie di riforme insieme a Pci e Psi, per lo meno ottenne dei risultati: lotta al terrorismo; riforma della Rai; nascita del Sistema sanitario nazionale rispetto alla selva di mutue dispendiosissime; istituzione delle Regioni; taglio della scala mobile; lotta all’inflazione.
Insomma, nella prima Repubblica, efficienza e competenza avevano un loro spazio. Oggi, invece, niente: se ci mettiamo a elencare le cose fatte dall’attuale centrodestra a trazione sovranista ne ricaviamo ben poco. Come se mancasse totalmente un metodo e si passasse il tempo a sparare cavolate sui social. E ci s’intestardisse intorno a questioni che, oltretutto, vanno in contrasto con le leggi e l’ordinamento giuridico generale. Ci si mette anche nei guai nella più totale allegria: questo è il bello. Come quel tale che rapinava le banche non perché avesse bisogno di soldi, ma per finire sui giornali e fare notizia a tutti i costi. Tutto viene fatto per mera convenienza, per puro opportunismo demagogico e tribunizio.
Qui il cervello di molti non funziona più: questa è l’unica diagnosi che ci sentiamo in dovere di fare. Si tende a disarticolare interi sistemi di cooperazione, perché tutto ciò che era stato fatto dal dopoguerra a oggi per darsi dei princìpi, in realtà sta sulle balle. Un modo per mettere di nuovo tutto il mondo nei guai, in una sorta di: “Provaci ancora, Sam”.
Siamo di fronte a un attacco vero nei confronti di ogni realtà collaborativa, solidaristica, di coordinamento. Per carità, che vi fossero degli organismi burocratizzati, i quali svolgevano soprattutto una funzione da stipendificio, lo capiamo ed è anche vero. Ma santiddio, quando si vuol cambiare una cosa, bisogna sostituirla con un’altra meno costosa e più efficiente. No: le destre sovraniste distruggono e basta, sulla base di teoremi totalmente campati per aria. Come, per esempio, quelli di Robert Kennedy jr. in campo sanitario: un settore delicatissimo, tra l’altro.
Complottismi e vittimismi: noi non vediamo altro. Oltre a un’invidia piccolo borghese, che non conduce da nessuna parte. Adesso, Giorgia Meloni vuol riprendere in mano la questione albanese, dopo aver già causato un danno all’erario non di poco conto, su cui verrà senz’altro chiamata a rispondere. In materia di Paesi sicuri, a giorni si esprimerà la Corte di Giustizia dell’Unione europea. Pertanto, non ci pare il momento giusto per tentare di aggirare, per l’ennesima volta, l’impostazione giuridica vigente. Con il rischio di ottenere nuove delusioni. Non sarebbe meglio attendere l’esito della Corte Ue e poi muoversi di conseguenza, secondo le sue indicazioni? No: meglio tirar fuori l’argomento per parlare ai suoi e solo ai suoi: una faziosità terrificante, dominata dalla paura di perdere consensi o di ricevere un’accusa di alto tradimento da parte di qualcuno. Il qualcuno sbagliato, che proprio non vuol capire di esserlo.
Non siamo di fronte a un caso di miopia politica, ma di vera e propria cecità: la furia di queste destre non riusciamo a giudicarla in altro modo. L’unico discorso di buon senso lo ha proposto, in questi giorni, Marina Berlusconi in un’intervista al Foglio. Una bella intervista, che sottoscriveremmo persino noi. In pratica, l’unica persona di buon senso risulta essere esterna ai circuiti governativi, totalmente esogena a essi. Perché il sovranismo al potere si sta rivelando totalmente crapulone, casareccio e demolitore.
Poi non diteci che non ve l’avevamo detto.
(18 febbraio 2025)
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