Dai giudici arriva il terzo no. E a Meloni cominciano a non bastare più i video e non basta più nemmeno sventolare i sondaggi favorevoli. La sua crociata contro i migranti innocenti che non hanno commesso nessun reato e vengono rinchiusi – mentre i delinquenti che i migranti li torturano e violentano, bambini compresi, e poi li ammazzano, rientrano in patria su voli di Stato e con fuochi d’artificio – si scontra con la legge. Che a lei un po’ disturba, ma tant’è.
I giudici della Corte di Appello di Roma hanno deciso di non convalidare i trattenimenti dei 43 migranti rinchiusi nei centri costruiti dall’Italia in Albania. E di rinviare gli atti alla Corte di giustizia europea. I migranti saranno dunque liberati e saranno riportati domani in Italia buttando al vento, oltre agli 800 milioni per il centro detentivo sempre vuoto, altri soldi per i trasporti su e giù per l’Adriatico di navi militari dove l’equipaggio è spesso assai più numeroso dei migranti che costringono a fare avanti indietro.
Sullo sfondo la sentenza della Corte europea che il 4 ottobre del 2024 aveva spiegato che “un Paese può essere ritenuto sicuro solo se lo è in ogni sua parte di territori”. I giudici italiani – non quelli di prima, quei brutti comunisti, quelli nuovi, che hanno voluto dal Governo – chiedono se la direttiva vada interpretata in modo da dichiarare non sicuro anche un Paese in cui vi siano una o più categorie di persone minacciate o perseguitate.
(31 gennaio 2025)
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