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Il presidente colombiano Petro nega l’ingresso agli “aerei Usa non i nostri migranti”. Poi l’accordo

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di P.M.M.

Prime grane per il presidente-tycoon che ha fatto credere ai poveracci di essere un poveraccio come loro; dato che non tutti sono ciechi e sordi, dalla Colombia arriva un primo segnale dal presidente Petro che ha detto a chiare lettere: “Qui gli aerei Usa con i nostri migranti non entrano”.

Il presidente della Colombia, scrive l’ANSA, non accoglierà i colombiani espulsi: “Gli Stati Uniti non possono trattare come delinquenti i migranti colombiani”, ha scritto sul suo account ufficiale di X, e non autorizzerà “l’ingresso nel nostro territorio di aerei nordamericani con migranti colombiani” perché “gli Stati Uniti devono stabilire un protocollo per il trattamento dignitoso dei migranti prima che noi li accogliamo”.

Secondo Gustavo Petro gli Usa devono garantire “il rispetto dei diritti umani prima di accettare il rimpatrio di cittadini colombiani in un contesto di inasprimento delle politiche di immigrazione negli Stati Uniti”. E’ la prima risposta alla inaccettabile e inumana politica di deportazione (deportation: the action of forcing someone to leave a country) unita a fotografie propagandistiche con uomini in catene in un paese dove le vacche sono trattate meglio e dove i fanatici seguaci del presidente entrano nei locali e nei luoghi di lavoro con vere e proprie azioni di pulizia costringendo gli esseri umani, senza nessun mandato, ad andarsene in una sorta di privazione arbitraria delle libertà fondamentali. Tutto questo non potrà non lasciare il segno e portare gli Usa in una direzione che nemmeno riescono ad immaginare.

Quindi Trump minaccia dazi al 25% e il blocco dei visti, e la Colombia minaccia ritorsioni con dazi al 50%: quindi l’accordo. Penosi esempi di dittatura.

 

 

(26 gennaio 2025)

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