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Oliviero Toscani: il fotografo dell’ipocrisia italiana

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di Vittorio Lussana

“Il mio Dio è sempre un altro Dio”. E’ questa l’ultima perla che Oliviero Toscani ci ha lasciato. Un pensiero che ha rappresentato l’ultimo sasso in piccionaia contro chi crede alle verità automatiche e nelle morali preconfezionate. Un colpo d’occhio radicale nel cogliere, attraverso l’immagine, la radice più profonda delle nostre contraddizioni.

Oliviero Toscani combatteva la mediocrità delle grigie forme assolute, dei colori di scarto, al fine di educarci all’immagine pensata, indicandoci al contempo le nostre più scomode verità. Le quali, vanno cercate continuamente, sapendo andare oltre le apparenze. Una lezione dura nei confronti dell’italiano medio, che vuole continuare a illudersi di avere la coscienza a posto nella sua ipocrisia, nel suo falso bigottismo, nel voltare il proprio sguardo sempre da un’altra parte. Ancora oggi, l’italiano medio lo conosciamo ben poco. Egli crede in un Dio esogeno, esterno a se stesso: uno stravagante signore con la barba bianca che vive su una nuvoletta, impegnatassimo a compiere il miracolo di riuscire a far diventare veramente religiosi gli atei e i laici. Gli italiani, infatti, non credono a nulla e non si fidano di nessuno: pensano esclusivamente a loro stessi, al cibo, al calcio, alle donne e ai quattrini.

L’italiano medio non è nemmeno tale, in realtà: è solamente un piccolo borghese arrogante e reazionario, che disprezza qualsiasi norma od ordine sociale in quanto privo di spina dorsale. Non ama la natura e sa difendersi solamente dallo Stato. Uno stranissimo animale feroce e casalingo, che s’indigna col proprio deretano ben piazzato sul divano, senza mai assumersi la benché minima responsabilità di nulla. Un cafone, che parla solamente perché ha la lingua in bocca.

L’italiano giudica tutto e tutti senza mai fare alcunché di concreto. Per questo motivo fatica moltissimo a comprendere chi realmente possiede un’etica, come Oliviero Toscani. E anche chi afferma di essere “tutto d’un pezzo”, non appena gli volti le spalle ti ha già pugnalato alla schiena.

Mentre Oliviero Toscani, con un semplice scatto, lo seppelliva tra i miasmi della sua stessa melma.

 

 

(13 gennaio 2025)

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