Dunque vediamo un po’ cosa si sono inventati in questo 3 gennaio le solite congreghe di pericolosi comunisti. Anche se in realtà nell’Istat di comunista c’è ben poco, ma cerchiamo di uniformarci al racconto che va di moda quello cioè che dice di sinistra quando non comunista tutto quello che è scomodo per il governo.
C’è una ricerca dell’Istat che si immagina sgradita al governo Meloni che certifica qualcosa: l’Italia del risparmio è più povera di prima, anche se il potere d’acquisto delle famiglie sale leggermente; cala il rapporto Pil-deficit pubblico di un -2,3% che non sono bruscolini (sono dati riferiti all’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche rispetto al Pil), ma aumenta la pressione fiscale che sale al 40,5% nonostante quello che racconta Giorgetti, “con un aumento di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.
Lo certifica l’Istat con i dati sul contro trimestrale delle Amministrazioni Pubbliche relativi al terzo trimestre 2024. Nel dettaglio il rapporto dell’Istat relativo al periodo indicato scrive che:
Nel terzo trimestre 2024 l’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil è stato pari al -2,3% (-6,3% nello stesso trimestre del 2023). Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,7% (-2,8% nel terzo trimestre del 2023). Il saldo corrente delle AP è stato anch’esso positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,9% (1,6% nel terzo trimestre del 2023). La pressione fiscale è stata pari al 40,5%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è cresciuto dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dell’1,6%. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 9,2%, in diminuzione di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. A fronte di un aumento dello 0,2% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto rispetto al trimestre precedente dello 0,4%.
La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 42,4%, è diminuita di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 21,7%, è diminuito di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
E’ il risultato del report dal titolo Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società – III trimestre 2024, disponibile al link in alto.
(3 gennaio 2025)
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