Contro la guerra scatenando guerriglie: sta tutta lì la coerenza dei manifestanti – li chiameremo agitatori da ora in poi – che anche a Roma, dopo i fatti di Torino del 29 novembre – al grido di Stop al genocidio e al massacro in Libano. Israele ci porta alla guerra, Palestina libera hanno manifestato insieme al corteo di chi alla pace magari ci crede sul serio, issando cartelli con il volto di Meloni coperto di sangue e quindi creando disordini, lanciando bombe carta contro la Polizia e assaltando un supermercato.
Siamo esagerati a sospettare che dietro questi continui tafferugli, questa destabilizzazione in nome di una percezione assai disordinata della parola Pace propria di questi agitatori, ci sia un disegno preciso la cui provenienza è insieme assai complicata da definire, ma nemmeno così invisibile? Per questo abbiamo deciso di non pubblicare foto della manifestazione o dei disordini.
Sono tutti incappucciati quelli che danno il via all’assalto. Una ventina di minuti prima delle 17 si fanno strada nel corteo subito dopo il Colosseo a suon di bombe carta contro la polizia issando la scritta “Siamo tutti infiltrati”, poco prima hanno attaccato un supermercato. Chissà cosa ha fatto loro di male un supermercato Carrefour pieno di famiglie e gente che si compra da mangiare di via Labicana. Così manifestano a sostegno della “resistenza palestinese”, pensando di far bene. Poi via all’imbrattamento rituale su viale Aventino, tra le altre quelle di una sede di Unicredit. Poi nel mirino c’è la Fao: con uno dei manifestanti che si è arrampicato sul muro e ha messo tra le aste la bandiera palestinese.
(30 novembre 2024)
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