di Vittorio Lussana
Sorpresa: a Roma, le cose vanno un po’ meglio, a parte il calcio – con i giallorossi a pezzi, com’era facile prevedere sin da agosto – e la spazzatura per le strade.
A dirlo è l’Acos, che ha svolto un’indagine tra i cittadini sulla qualità della vita nella capitale: bene le attività culturali e un po’ meglio i servizi pubblici. Qualcosa da dire ci sarebbe, in verità: in metropolitana, i romani appaiono chiusi in se stessi e tutti con lo smartphone in mano. Soprattutto i giovani. E qualcuno ti chiede anche perché vincono le destre. Lo scadimento sociale è evidente: nessuno risponde più al telefono e i rapporti sono strettamente di convenienza, profittando di chi ha una maggiore disponibilità verso il prossimo. Spesso, senza dare nulla in cambio.
I rapporti umani non si reggono sul contrattualismo: questo è vero. Tuttavia, sono diventati unilaterali e monodirezionali: a senso unico, praticamente. E la presa per i fondelli impera, anche se camuffata con un buon formalismo (i romani amano scherzare e sono, fondamentalmente, gentili di cuore).
In ogni caso, con questo aggeggio sempre tra le mani viene da pensare che i nostri ragazzi siano sempre al telefono. E invece no: nessuno risponde più alle chiamate. Un telefono che non svolge più i compiti del telefono. Però, fa tutto il resto: manca solo il caffè…
A prescindere dai colori delle giunte comunali e dei governi, non è semplice guidare una collettività. A meno che non si abbia un progetto vero di società, per dare un indirizzo verso il futuro. Ecco perché la comunicazione è divenuta centrale, oramai: conta più l’immagine della sostanza. Una squadra può anche avere 11 Maradona in campo. Ma se manca un’idea, un obiettivo comune, un’identità di gruppo, si perde lo stesso. E’ questo il pericolo che sta correndo il mondo occidentale: vivono tutti in una sorta di presente assoluto, come se il tempo non esistesse.
Persino qualche treno decide di partire dalla stazione Termini con 50 minuti di anticipo: “Per arrivare in orario”, dichiarano fonti di Trenitalia. La quale, ovviamente, non ha avvertito nessuno e ha abbandonato la gente in banchina, ad attendere un convoglio che non esisteva più, nemmeno sui tabelloni degli orari: una cosa da malati di mente.
Le cose a Roma vanno meglio? A noi non sembra.
(12 novembre 2024)
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