di Vittorio Lussana
In Liguria, il centrodestra vince le elezioni regionali, anche se di poco e dopo un avvincente testa a testa. Ciò accade dopo la ‘vicenda Toti’ e un blocco totale della Regione di almeno sei mesi, cioè fin quando l’ex presidente non ha patteggiato una pena a 2 anni e un mese di carcere (oppure, in alternativa, 1500 ore di lavori socialmente utili, ndr).
Che dire? Si tratta, con piena evidenza, di un crollo spaventoso (del quoziente intellettivo) di massa. Dev’essere colpa degli smartphone: eppure, ve l’avevo detto di non chattare su Whatsapp, dato che è come parlare in piazza. Niente da fare: questi non danno mai retta a nessuno. So’ de coccio, come si dice a Roma. La critica, ovviamente, non riguarda solo il popolo ligure: questo tipo di sviluppo tecnologico, oltre a essere oligopolistico, cioè a vantaggio di poche persone, sta dividendo nettamente la gente tra cittadini e campagnoli. Un fenomeno che sta capitando in tutto il mondo: siamo perseguitati dal fantasma di Giovannino Guareschi (la battuta è criptica, lo so: troppo intellettuale per chi, ormai, sta perdendo il QI, ndr).
Forse è anche una questione generazionale: i vecchi votano a destra, anche se i loro rappresentanti dicono e fanno cazzate dalla mattina alla sera. Gli anziani non si spostano. E facendo poco, pochissimo moto, invecchiano più in fretta e son sempre di più, costringendo i nostri giovani ad andarsene all’estero, così qui da noi vincono sempre loro.
Siamo proprio finiti nell’era del rincoglionitico…
(29 ottobre 2024)
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