di Paolo M. Minciotti
“L’Italia sprofonda di due posizioni nel Report ILGA-Europe, superata da Lituania, Ungheria, Macedonia e altri Paesi dell’est. Secondo in nuovi dati FRA, una persona LGBTIQ su cinque in Italia (18%) ha sperimentato l’abuso delle cosiddette “terapie riparative” definite una forma di tortura dalle Nazioni Unite. Di fronte a questo quadro inquietante, dopodomani, 17 maggio, partirà anche in Italia la campagna contro le pratiche di conversione, a sostegno di un’iniziativa di portata europea”.
Cosi Rosario Coco, Presidente Gaynet in una nota stampa inviata in redazione.
“Secondo la Rainbow Europe Map, pubblicata oggi da ILGA Europe, l’Italia, scende al 36esimo post su 48 Paesi nell’indice di tutela dell’uguaglianza legislativa delle persone LGBTQIA+. La Germania, che quest’anno ha fatto il salto più grande nella classifica, ha proibito i crimini d’odio basati sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulle caratteristiche sessuali. Altri paesi che hanno legiferato contro i crimini ispirati dall’odio includono Bulgaria, Islanda (che è balzata al secondo posto nella classifica) e Slovenia. In Belgio, Cipro, Islanda, Norvegia e Portogallo sono stati introdotti divieti sulle pratiche di conversione, che perpetrano violenza contro le persone LGBTI. È proprio il dato sui tentativi di conversione, detti anche terapie riparative, che emerge nel più ampio quadro del LGBTIQ Survey III della FRA (European Union Agency for Fundamental Rights), pubblicato il 14 maggio. Si tratta del terzo sondaggio dopo quelli realizzati nel 2012 e nel 2019. L’indagine ha visto la partecipazione di oltre 100.000 persone da 30 paesi, i 27 Stati membri UE e i paesi candidati Albania, Macedonia del Nord e Serbia. Oltre due terzi delle persone intervistate hanno riscontrato dichiarazioni di odio online, mentre aumenta significativamente la violenza rispetto all’ultimo sondaggio del 2019. La percentuale di persone che hanno denunciato forme di bullismo e molestie a scuola è passata dal 43% del 2019 al 67% del 2023 (68%) per l’Italia. Il dato sui tentativi di conversione – prosegue Coco – che in Europa interessa il 26% delle persone intervistate, ci da una prospettiva di quanto sia profonda e sfuggente la natura dell’oppressione: nonostante il 52% viva ormai del tutto o quasi apertamente la propria identità (coming out), 1 persona su 4 in Europa ha affrontato delle vere e proprie torture, come sono state definite nel 2020 dalle Nazioni Unite le cosiddette ‘terapie riparative’. Il prossimo, 17 maggio – conclude la nota del presidente di Gaynet – Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, lanceremo una nuova iniziativa contro le pratiche di conversione, in contemporanea con il movimento europeo ACT (Against Conversion Theraphy, per sensibilizzare l’opinione pubblica e aprire un dibattito sulla necessità di un intervento normativo che affermi il diritto universale ed effettivo all’orientamento sessuale e all’identità di genere, come avvenuto in Spagna, Germania, Francia, Grecia e molti altri Paesi in tutto il mondo”.
(15 maggio 2024)
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