di Vittorio Lussana
Siamo simpatici e generosi, noi romani, ma sempre in ritardo e alquanto indolenti. Così siamo stati descritti dalla guida turistica di Luis Vuitton. E la notizia è diventato un caso, quando invece non dovrebbe esserlo: la nota casa di moda francese, infatti, ha solamente scoperto l’acqua calda.
Vorrei vederli i francesi, se vivessero a Roma ben oltre il classico periodo da turisti in gita: probabilmente, perdonerebbero i cittadini normali e maledirebbero i problemi cronici di una capitale da sempre circonfusa da un goffo alone di maestà, che per lungo tempo è servito a nascondere i baraccati di periferia. I quali, hanno avuto un tetto sulla testa solamente dai tempi del sindaco Petroselli in poi.
Non voglio replicare la consueta filippica di una metropoli vittima di abusivismi edilizi e scempi inauditi, cresciuta a macchia d’olio senza alcun piano regolatore almeno fino al 1962. Per non parlare di tutto il resto: un cronico tasso di parassitismo e un tirare a campare sui redditi importati del turismo religioso e di quello storico. Un piazza artistica importante, che tuttavia vede i suoi teatri ormai ridotti al lumicino e i suoi circoli culturali composti dai soliti 4 poetastri: giusto Dacia Maraini e pochi altri resistono all’usura del tempo. E per quanto riguarda il mondo dello spettacolo, se non ci fosse Fiorello a fare un po’ di casino alle 4 del mattino, regnerebbe il mortorio. Un patrimonio di parchi ineguagliato nel mondo, la cui manutenzione è riservata a un servizio giardini sguarnito fino ai minimi termini. Io me li ricordo gli addetti ai pini di Roma, quando alla sera dovevano rimettere a posto i loro attrezzi e cambiarsi alla fine del turno: erano paragonabili a un battaglione dell’Esercito italiano, che rientrava in caserma marciando e cantando.
Poi, le solite cose: spostarsi è un’impresa epica, tipo l’Odissea. Un amico attore aveva coniato una battuta rimasta famosa: “Ti ricordi quanto ci amavamo a Eur Fermi”? Perché prima che riesci ad arrivare a piazza Bologna, fai in tempo a divorziare. Infine, una selezione di impiegati pubblici che sembrano scelti all’incontrario: tu arrivi a Roma e non sai fare una mazza? Dopo neanche 10 giorni, trovi immediatamente lavoro. Se, invece, sei bravo a far qualcosa, di qualsiasi cosa si tratti, resti a casa a girarti i pollici. Perché se solo sei uno che spicca in qualcosa, l’invidia degli altri prima o poi troverà il modo per trascinarti nella mediocrità collettiva del quieto vivere.
Io te l’avevo anche scritto, caro popolo de Roma: ciao, core e bonanotte ar secchio! Una frase che soltanto i veri romani sanno cosa vuol dire…
(3 gennaio 2024)
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