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Roma ha ormai perduto la sua identità

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di Vittorio Lussana

Le pietre d’inciampo danneggiate nei giorni scorsi a via Dandolo, nel quartiere Trastevere, sono l’esempio stesso di come la città eterna abbia ormai perduto se stessa, rinunciando alla sua stessa Storia. Non basta l’ottimo e colto Alessandro Barbero, con la sua simpatia umana, a riconciliarci con il nostro passato: ovvero, ciò che dovrebbe rappresentare l’essenza stessa della capitale d’Italia.

Solo allo stadio torna comodo lo slogan: Roma, caput mundi. Sì, è vero: Roma ha vissuto un’avventura straordinaria. Ma si tratta di un passato che non tornerà più, poiché la nostra capitale risulta ormai priva d’identità. E il suo enorme patrimonio artistico e monumentale serve unicamente a portare turisti per farla vivere di qualcosa, senza rendersi conto che questa vocazione turistica produce solamente redditi importati. Bisognerebbe anche fare qualcosa, se non vogliamo ridurla a una mera città di servizi e d’impiegati.

La comunità ebraica di Roma, che ho conosciuto da vicino negli anni più disperati della mia adolescenza, ha duemila anni di Storia. Rimasto senza padre ancora adolescente, fu proprio un ebreo, l’amico Fiorenzo Fiorentini, a prendermi sotto la sua ala protettiva e a crescermi fino a farmi diventare un uomo. Eppure si continua a pensare agli Ebrei romani unicamente attraverso i soliti luoghi comuni, in quanto gente interessata solamente al danaro, come se noi fossimo diversi da loro.

Grazie a una ragazza di origine ebraiche ho potuto vivere la sola e unica vicenda positiva di un festival teatrale, che mi ha portato ancora un decennio di lavoro e di guadagni. Perché gli Ebrei di Roma sono gli unici a possedere un proprio spirito imprenditoriale. Il resto della cittadinanza praticamente non esiste: si è chiusa nel proprio quieto vivere, nella più pigra quotidianità, in un materialismo spicciolo assolutamente privo di retroterra culturale.

La coscienza storica dei romani, ormai chiusi ideologicamente in un egoismo provinciale, è divenuta solamente un rivolo di spurgo.

E niente di più.

 

 

(1 novembre 2023)

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