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Papa Bergoglio in Senato: lo scandalo dei farisei

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Scandalo per i cattoliconi controriformisti: il Papa si è recato al Senato della Repubblica per rendere omaggio alla salma di Giorgio Napolitano. E subito è partita la consueta ridda di cazzate. Scrive Meluzzi su X: “Un Papa in una camera ardente atea certifica la rinuncia de facto all’esercizio del proprio ruolo”.

Una cerimonia laica, innanzitutto, non è una celebrazione atea: più semplicemente, lo Stato avoca a sé anche le funzioni spirituali. Ma ciò non significa che lo Stato sia ateo: la laicità non nega la fede, semplicemente ne prende le distanze. Si può essere, infatti, laici e credenti, purché il sentimento di fede rimanga limitato nell’ambito privato del singolo cittadino. In pratica, la religione è una forma di sentimentalismo morale, non una filosofia, riconosciuta dallo Stato insieme a tutte le altre fedi, poiché la laicità si batte per la libertà di culto più ampia possibile. L’ateismo, invece, è tutt’altra cosa: è puro materialismo terreno, che non prevede alcuna sfera spirituale, una forma di rassegnazione circa la non esistenza di un aldilà. In pratica, la laicità, anche nelle sue forme più mondane, tollera le credenze religiose, ma non le nega: semplicemente, ne prende le distanze.

Papa Bergoglio, in ogni caso, ha solo voluto rendere omaggio a una personalità della nostra vita pubblica, con il quale aveva stretto una sincera amicizia. Perché anche un laico può essere toccato dalla grazia. Come nel caso di Carlo Collodi, il creatore di Pinocchio.

Insomma, la laicità dello Stato riconosce la religione, benché limitata negli stretti ambiti della filosofia morale. Ne rispetta i valori nella sua essenzialità filosofica, ma non la disconosce. L’ateismo, invece, no: esso si ferma sulla soglia della sfera materiale, puramente meccanica, dell’esistenza, rinchiudendosi all’interno di un recinto schematico, freddamente ideologico. La visita di Papa Bergoglio in Senato testimonia il cammino fatto da una filosofia atea, l’italo-marxismo, che ha avuto il coraggio di abbandonare la propria zattera ideologica per nuotare in ‘mare aperto’, per diventare altro riconoscendo la sfera privata del singolo individuo, anche nei suoi sentimenti religiosi più sacri.

Questi meriti di Giorgio Napolitano andavano riconosciuti, poiché sono stati in grado di cambiare il mondo. Almeno in parte.

 

(26 settembre 2023)

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