di G.G.
I leghisti dalle dichiarazioni che durano quando le loro opinioni, pochissimo, si sono prontamente inalberati – portavoce del gruppo Stefano Locatelli responsabile Enti Locali della Lega – contro il presidente dell’Anac organismo indipendente che non è nominato dal governo e con funzioni di controllo, che ha avuto l’ardire di dire come la pensa sul nuovo Codice Appalti, che i leghisti chiamano più modestamente Codice Salvini.
“Gravi, inqualificabili e disinformate dichiarazioni del presidente Busia sul Codice Salvini: se parla così di migliaia di sindaci e pensa che siano tutti corrotti, non può stare più in quel ruolo”, poi però si è chiarito, forse anche ai leghisti, che Busia in quel posto ci deve stare sei anni che sono la durata del suo mandato e che non aveva mai detto che i sindaci siano tutti corrotti. Dunque, essendo stato eletto nel 2020 starà lì fino al 2026, ché 2020 + 6 fa proprio 2026, anche se non nei conti a memoria di tutti e per lui i Sindaci sono “eroi”, in un mondo troppo spesso corrotto.
Poi Busia va in televisione e fa scomparire i leghisti nonostante l’augusta giornalista a libro paga di Libero stasera si sia arrampicata non sugli specchi soliti, ma su specchi cosparsi di qualche scivoloso unguento nel disperato tentativo di dare, anche stavolta, la colpa al PD. Perché sono divisi equamente: dai giornali filo-Meloni si dà addosso a Conte, da quello filo-Salvini si dà contro al PD. Con quali argomenti? Qualsiasi, basta spararla grossa. Insomma per la Lega e per le destre fanfaroni al seguito, un’altra giornata di trionfi.
(30 marzo 2023)
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