di Giovanna Di Rosa
Davvero il coro di bambini ci voleva? Bambini che intonano “Giorgia Meloni! Giorgia Meloni!” come se qualcuno li avesse spinti a farlo? E a che pro se non per farsi bello agli occhi della leaderessa maxima con una manifestazione organizzata che odora di finto da lontano e che fa più male che bene persino a Meloni?
La sgangherata celebrazione in onore della presidentissima del Consiglio è accaduta in Piazza del Popolo (del popolino?) a Roma il 28 marzo scorso, in occasione della festa dell’Aeronatica, i 100 anni dell’augusto corpo, quando la leader del governo dell’ogni-divieto-diventi-reato è montata ai comandi di un velivolo dell’Aeronautica militare, scortata dal ministro Crosetto tra tripudi da concerto, sventolio di bandiere tricolori, coretti a tempo dei bambini: chiaramente organizzati. Occhiale nero e mise en pendant con il solenne momento, lei ride col sorriso che uccide (mica è colpa nostra se Meloni ha un sorriso bellissimo) e Mario Sechi plenipotenziario della comunicazione di palazzo Chigi cita se stesso: la “presidente pilota”. E tutti i gatti miao.
Era successo qualcosa di simile a Siracusa, qualche anno fa, presidente del consiglio Matteo Renzi, scolaresca in formazione, insegnante con lacrimuccia in agguato e i bambini a celebrare il presidente del Consiglio a ritmo di blues di una canzoncina che gridava vendetta e si spera irripetibile a magnificare le gesta, e le qualità [sic], del Renzi di allora.
Ho la fermissima convinzione che, sorrisi di circostanza a parte, la manifestazione organizzata da chi è più realista del Re (e la madre di quelli lì è sempre incinta, per la gioia della ministra Roccella) abbia dato più fastidio che piacere. Il coretto – la presidente va in brodo di giuggiole, pugnetti chiusi a battere il tempo, imbarazzante – sia detto per inciso, è stato fatto partire da qualcuno che era vicinissimo ai bambini provvisti all’uopo e en plein air di bandierine tricolore (che notoriamente non tieni in frigorifero per sventolarle quando sia necessario). Attendo smentite.
L’immagine è un frammento screenshot dal video di Repubblica.
(29 marzo 2023)
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