Nuove specie animali popolano la jungla romana: un capibara, una vipera, una capra e 31 sottosegretari “spiaggiati” #pensieriniromani

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di Vittorio Lussana

La fauna romana si arricchisce di un nuovo esemplare: il capibara. Un grosso roditore dell’America Latina che non si capisce cosa diamine ci faccia a Roma. Si tratta di un topone grosso come una nutria, individuato presso la stazione Borghesiana della metropolitana C della capitale.

Dopo la famiglia di cinghiali che attraversò via Trionfale sulle strisce pedonali come una normalissima famiglia allegramente a passeggio, abbiamo dunque scoperto che a Roma vive un sorcione che prende la metropolitana, ben sapendo di risultare esente dal pagamento del biglietto Metrebus: il famigerato Bit (Biglietto integrato a tempo, ndr). Anche perché, con le macchinette quasi tutte scassate è difficilissimo acquistare il Bit. E si finisce col ritrovarsi in file chilometriche, che ti fanno fare ritardo al lavoro persino quando parti da casa con un’ora e mezza di anticipo.

E’ vero che, con un ottobre praticamente estivo, Roma si è nuovamente riempita di turisti. Ma il fatto che la capitale d’Italia si dimostri sempre più impreparata ad accogliere un flusso così imponente di persone, sembra non impensierire più di tanto nessuno. Tantomeno un topone grosso come un canguro che ha deciso di farsi un giro sulla linea C: “Non l’avevo ancora mai presa…”, pare abbia dichiarato alla stampa locale. Un sorcio della foresta amazzonica che vuol diventare assessore alla mobilità: anche lui dev’essersi reso conto delle disastrose condizioni che vivono, ogni giorno, i romani per riuscire a spostarsi. Tra l’altro, il sorcio gigante non è l’unico esemplare della jungla capitolina che ha fatto notizia in questi giorni: una vipera ha terrorizzato per giorni gli abitanti del Tufello, tanto da dover chiamare d’urgenza “il serparo”: un tipico personaggio abruzzese solitamente proveniente dalla località di Cocullo (Aq), in cui si festeggia, ogni anno, la festa di San Domenico dei serpari. Ecco perché i suoi immigrati sono ricercatissimi: sono gli unici a possedere dimestichezza con simili animali. Meglio di loro coi serpenti non c’è nessuno. Nemmeno i saperas indiani, famosi per incantare con un flauto anche i cobra più velenosi e letali per l’uomo.

Presso il Trullo, invece, altra borgata della periferia capitolina, così chiamata per uno strano monumento funerario del I secolo d. C. che somiglia molto alle tipiche casupole pugliesi di Alberobello, a un certo punto una capra di cui nessuno conosceva l’esistenza, né il proprietario, è saltata sulla tettoia di una Fiat Panda, al fine di brucare le foglie di un albero.

Insomma, il figlio del presidente dell’Uganda pensava che scherzassimo, qualche settimana fa, circa l’impossibilità di accogliere le sue 100 mucche in cambio della comproprietà del nostro attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Non scherzavamo affatto: a Roma, ormai siamo al completo con le bestie, nel senso di animali. A cominciare dai 31 nuovi sottosegretari appena nominati: veri e propri capodogli spiaggiati nei ministeri, a cui la nostra nuova premier ha dovuto trovare un lavoro a tutti i costi. Lei sì che ha competenza come navigator. Guarda che ci hai un futuro, Giorgi’: pensaci bene, tra qualche anno…

 

(2 novembre 2022)

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