di Vittorio Lussana
Sono due, le notizie romane fondamentali di questi giorni: 1) lo sciopero dei mezzi pubblici stabilito dall’Atac in un giorno, il 29 marzo, in cui non dovevo andare da nessuna parte; 2) il repentino cambio di stagione avvenuto nella capitale. Talmente repentino, che quest’anno è capitato del tutto inaspettatamente, come quando la bar-woman del quartiere, che non ti ha mai filato neanche di striscio, una bella mattina ti disegna un cuore col cacao sulla schiuma del cappuccino. Tutti eventi imprevedibili, tipo l’Italia che riesce a qualificarsi ai mondiali di calcio.
Passiamo, quindi, a esaminare la notizia romana numero 1: dopo interi decenni di Giunte capitoline – di tutti i tipi e colori – e una serie infinita di scioperi dei mezzi pubblici in giornate campali, dove l’amico Bobo Craxi arrivava in ufficio prima di me, partendo dall’aeroporto di Tunisi, finalmente, con l’arrivo della ben più sobria Giunta Gualtieri, l’Atac ha deciso di scioperare in una giornata in cui non dovevo andare da nessuna parte: fantastico!
Bravi, compagni autisti dell’Atac: finalmente, ho potuto solidarizzare con voi. Ci avete ragione! Nel traffico di Roma si fa la botta: nun è possibile annà avanti così! Servono più mezzi, che passino più spesso e che, soprattutto, non prendano fuoco per auto-combustione: un fenomeno esoterico che solo a Roma succede e nessuno ha mai capito perché. Bravissimi, compagni autisti: sono totalmente schierato con voi. Soprattutto oggi! Anzi, dalla prossima volta, prima di scioperare, chiamatemi a casa sul numero fisso, così decidiamo insieme la data precisa del giorno in cui non devo andare da nessuna parte.
Cari autisti di Atac e Metrebus, sappiate che io, in realtà, sono sempre stato dalla vostra parte. Fin dai tempi in cui feci cadere un intero governo con una nota inviata al Televideo della Rai dal trenino per Ostia Lido, fermo ovviamente per uno sciopero a gatto selvaggio alla fermata di Tor di Valle. Una serata indimenticabile della mia vita, in cui venni dato per disperso, per poi essere ritrovato dai cani della Forestale di Acilia mentre attendevo un notturno lungo la via Ostiense, distrutto ma felice. Anche perché, il giorno dopo, l’Ansa mi rimandò il comunicato sul cellulare, facendomi l’onore di rileggere me stesso e cosa avessi scritto la sera prima: queste sono soddisfazioni che in pochissimi possono affermare di aver vissuto nell’arco di un’intera carriera.
Insomma, cari compagni autisti dell’Atac: se facciamo fronte comune, la prossima volta vengo addirittura a manifestare insieme a voi e prepariamo un comunicato stampa di fuoco. Un vero e proprio vaffanculo in cirillico, da inoltrare direttamente a Contu il quale, a sua volta, lo rigira sul telefono di Eugenio Patanè, l’assessore alla Mobilità, che mai potrebbe sospettare che l’ho scritto io. Inchioderemo l’assessore alle sue responsabilità e cadrà in una depressione cosmica, in fondo alla quale troverà la sua domanda esistenziale più autentica e vera: “Ma ‘sto cavolo di comunicato scritto così, con questo ‘cirillico’ un po’ aulico, da qualche parte io l’ho già letto. Maddechié ‘sta nota stampa? Mi sembra di conoscerlo a questo…”. Che figata, compagni!
Passiamo, adesso, alla notizia romana numero 2: dall’inverno all’estate nel giro di dodici secondi e mezzo. Un evento che sta capitando sempre più spesso. L’anno scorso, a dire il vero, ci mise qualche oretta in più: il tempo di tornare a casa per tirar fuori i pantaloncini estivi, pur mantenendo prudentemente i fantasmini ai piedi, dentro le scarpe da tennis. Quest’anno, invece, il cambio di stagione è stato ancora più rapido: esco da casa con l’eskimo invernale e torno, a fine giornata, con l’impressione di avere addosso una muta da palombaro. Mi tolgo le scarpe e mi accorgo che i piedi hanno raggiunto una temperatura che si aggira attorno agli 8 mila gradi Farhrenheit. Persino la gatta si è rifiutata di avvicinarsi al sottoscritto, nonostante fosse l’ora esatta delle sue coccole serali.
Dai 12 ai 28 gradi in una botta sola. Un evento micro-climatico avvenuto tra le 19.00 e le 19 e 11 minuti: un record, praticamente, che la mia gatta ha subito voluto festeggiare trasferendosi in terrazza e salutandomi con uno sdegnoso: “Ci rivediamo a settembre, miao…”.
(29 marzo 2022)
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