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Errori a raffica: “Il Messaggero” e “De Gregorio” ko

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di Vittorio Lussana

Il 21 marzo 2022, primo giorno di primavera, sulle pagine sportive de Il Messaggero è stato pubblicato il prossimo turno del campionato italiano di calcio di sere A, previsto in data 3 aprile 2022. Ovvero, dopo la sosta per la nazionale di Mancini, che dovrà giocarsi il proprio accesso ai mondiali in Qatar. Solo che, invece di piazzare in pagina il turno del 3 aprile, hanno messo, a fianco dell’attuale classifica, la giornata del 5-6 febbraio scorso. In pratica, se dipendesse da loro, la squadra del Cagliari dovrebbe imbarcarsi per Bergamo, anziché per Udine, tanto per citare la prima delle gare previste, che invece sarà Atalanta-Napoli.

Già la situazione era stata incasinata di suo, con un calendario asimmetrico e turni di ritorno diversi rispetto a quelli dell’andata. In più, la variante Omicron del Covid ha fatto saltare numerosi incontri che, ancora oggi, non si sa quando potranno essere recuperati. Ovvio, pertanto, che nelle redazioni sportive la confusione e l’incertezza regnino sovrane.

Tra l’altro, la giornata pubblicata era anche quella del derby Inter-Milan, già disputato. Ma le due compagini milanesi dovranno vedersela tra loro anche in un altro derby, quello valido per le semifinali di Coppa Italia: e quante volte si dovrebbero incontrare, nell’arco di un anno, le squadre meneghine, secondo Il Messaggero? Debbono giocare continuamente tra loro, possibilmente senza più uscire dallo stadio Meazza? La staticità dell’errore dimostra pienamente quella mentale.

Si continua a spiegarlo: ragionare in termini di mero presente è tipico delle religiosità dogmatiche e immutabili, che anche quando si muovono, tendono a disegnare un cerchio come nei girotondi dell’infanzia. Invece, le scienze umaniste, tra le quali rientra anche quella della comunicazione – che non a caso prevede da più di un ventennio un corso di Laurea creato appositamente – sono dinamiche: calcolano il passato e cercano, per previdenza, di impostare anche il futuro. Il qui e ora è previsto, ovviamente. Ma non si tratta di “un vivaio per trote, totalmente avulso e separato rispetto al corso del fiume”, come diceva sempre ai suoi studenti un certo Marc Bloch.

“La mentalità di un pesce che vive in un canale e non conosce il mare”, si sintetizzava nel ’68, dopo aver letto L’apologia della Storia: un testo sacro per molti di noi progressisti, che ebbe il merito di strapparci, all’improvviso, da una storiografia ideologizzata e retorica. E’ esattamente questa mentalità, quella totalmente appiattita sul modernismo eretico del presente, a creare una cronica mancanza di memoria collettiva, come ampiamente dimostrato dalla topica in cui è incorsa a In onda, su La7, Concita De Gregorio, durante il suo tristissimo siparietto con Giulio Tremonti. Questi non ricordano un cavolo, dimostrando di avere una memoria cortissima. Come quella, per l’appunto, di una trota: circa due secondi e mezzo.

Almeno, gli errori del passato ci facevano sbellicare tutti quanti dalle risate. Come nel caso della Carrarese, quella volta in cui venne sconfitta in casa da quattro reti dell’allora centravanti del Livorno, il quale, per cognome, faceva Pompini. E la mitica rosa titolò a tutta pagina: “Pompini a raffica, Carrarese ko”!

 

(21 marzo 2022)

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