di Giovanna Di Rosa
Si sono appena tirati i capelli attraverso tutti i media possibili, ed ora continuano. Lei dice di voler essere la rifondatrice leader unica di quella roba granitica che è appena andata in pezzi; lui anche, ma con toni più sfumati, perché i suoi governatori ne hanno le palle piene delle sue scorribande, quindi si deve guardare le spalle e specificare che anche lui rifonderà quella roba granitica che è appena andata in pezzi, ma “con chi ci sta”.
Il ragionamento non fa una grinza ed è perfetto per gli elettorati semplici che sono prerogativa dell’una e dell’altro: crediamo però che sia difficile dimenticare anche per quegli elettori o nonostante i leader, come volete, le batoste rimediate a Roma e Milano da quella roba granitica che è appena andata in pezzi, dopo avere scelto due candidati impresentabili persino ai loro, che a votare non ci sono nemmeno andati.
Meloni poi, che si vende come la leader del maggior partito d’Italia, dimentica di dire che lei il maggior partito non lo è neanche a Roma, dove ad essere il partito più votato è stato il partito di Carlo Calenda. E toccherà anche smetterla di raccontare una realtà inesistente, prima o poi. Anche se mica si pretende. Saranno gli eventi ad imporlo.
Dunque il post-Mattarella ci presenta una nuova realtà granitica che sta ancora fumando polvere, con i leader a ri-vendersi come i più bravi del mondo e vedrete che ricostruzione (con Berlusconi pronto al redde rationem definitivo): con una legge elettorale da riscrivere, collegi elettorali da ridisegnare, un nuovo parlamento dimezzato da affrontare: tutto senza avere idea di cosa si sia fatto né di cosa si farà. Se poi dovesse venire loro in mente che la Legge elettorale che più gli converrebbe è ancora il Mattarellum sarebbero alla tenda ad ossigeno…
(31 gennaio 2022)
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