di Vittorio Lussana, #pensieriniromani
Come da noi denunciato già all’inizio dell’era Raggi, con l’articolo Comunque vada sarà un insuccesso – mai profezia fu più facile e, al contempo, azzeccata dal sottoscritto – Ama non è in grado di costruire gli impianti per smaltire i rifiuti e impostare un ciclo virtuoso di riciclaggio. Tutte cose che sapevamo, per l’appunto, da tempo. Tuttavia, dato che i grillini si atteggiavano ad ambientalisti esperti, si sperava che avviassero, per lo meno, un piano di costruzione degli impianti di smaltimento. Cosa che non è affatto avvenuta poiché, a quanto pare, Ama non è in grado neanche di costruirli ‘sti benedetti impianti: non sanno neanche da dove si comincia.
In pratica, Ama è un’azienda che non serve a niente, poiché non ha saputo rinnovarsi e non conosce praticamente nulla delle tecniche di riciclaggio ecologico più avanzate. Può solo dar fuoco alla spazzatura tutta insieme portandola a Colleferro, dietro casa della nostra Emanuela Colatosti, che infatti sta sempre coi nervi a pezzi. E sin dai tempi di Rutelli, i suoi impiegati e dirigenti stanno lì ad attendere che arrivi qualcuno che abbia in testa un’idea originale o particolare. Un qualcuno che, a quanto pare, a Roma non esiste.
Per pura pigrizia mentale, i romani, da decenni, erano tutti abituati a pensare: “Tanto, ci pensa Cerroni”, il boss dei rifiuti di Malagrotta. Il quale, ha fatto fare a 3 milioni di residenti almeno 20 anni di finta differenziata: in pratica, tu in casa differenziavi per gettare la carta nel cassonetto blu, il secco in quello grigio, la plastica in quello giallo e l’umido in quello marrone. Poi passava l’Ama – quando e se passava… – che rimetteva tutto assieme: ma che cazzo di senso ha avuto, tutta ‘sta storia? E’ stata tutta una presa per il culo? Probabilmente, sì.
L’Ama, insomma, è una municipalizzata strapiena di impiegati e operatori ecologici, che servono solamente per decidere a chi dare il voto alla fine di ogni consigliatura. Hanno pure eliminato il servizio giardini, che un tempo era uno dei più efficienti d’Italia e, quanto meno, ti consolavi passeggiando alla domenica nei vari parchi capitolini, per tradizione tenuti assai bene. Fino alla Raggi, che ha eliminato il servizio. Perché questi non vanno a sistemare quello che non va, bensì finiscono di distruggere quel poco che funziona: ma saranno dei mentecatti, oppure no?
Gli operatori di Ama, quelli che un tempo si chiamavano spazzini, ogni tanto se ne vanno in giro di notte e tirano su quel che possono, con mezzi risalenti agli anni ’80 del secolo scorso. Fine della storia. Un gruppo di amanti del solito tran tran. E infatti, l’azienda si chiama Ama e tutti si vogliono talmente bene che ci sarebbe quasi da fondare un nuovo Ordine religioso: quello dei netturbini innamorati. Di tutto e di tutti, tranne che del proprio lavoro, ovviamente.
Ha ragione il governatore della Campania, Vincenzo De Luca: qui ci vuole il lanciafiamme, non un premio produzione.
(23 novembre 2021)
©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata