di Vittorio Lussana, #pensieriniromani
Ovviamente, il centrodestra capitolino si è caricato la candidatura al Consiglio comunale di Francesca Benevento, la No vax di cui vi avevamo parlato tra i primi nei mesi scorsi. Una candidata che, ovviamente, in questi giorni ha cominciato a spararle ad alzo zero, come suo solito. Michetti, il candidato sindaco del centrodestra, ovviamente si è dissociato. Ma nel farlo, ha detto una cosa che ha fatto cadere le braccia a tutti quanti: Non ero a conoscenza delle opinioni della candidata”.
Si tratta di una frase che sembra buttata lì, per collegare due periodi considerati politicamente più pregni: il fatto che il ministro Speranza non sia affatto, come dichiarato dalla Benevento, un fantoccio della finanza ebraica, dato che è figlio di un socialista – dunque filopalestinese – e che la rete 5G starebbe decimando la popolazione mondiale. Due minchiate colossali, di cui a destra non era informato nessuno. Perché a questa gente qui non gliene frega niente del prossimo: pensano solo a se stessi e a farsi eleggere. Poco importa che arrivi in Campidoglio una con un cortocircuito in testa.
In realtà, il fatto che Michetti non fosse a conoscenza delle posizioni da alienata della candidata Benevento è il fatto più grave di tutti: sono mesi che i romani ci ridono su, quando va bene. E dimostra come gli ambienti della destra capitolina siano, in realtà, un mondo chiuso in se stesso, nella convinzione che essere rumorosi e diffondere irrazionalismi sia più efficace del presentarsi in maniera decente all’elettorato, locale o nazionale esso sia.
La Benevento può diventare, a Roma, il grimaldello vincente del centrosinistra: non essersene accorti in sede di presentazione delle liste dimostra una tendenza patologica al masochismo e all’arroganza autoreferenziale. “Cosa vuoi che dica la Benevento, in campagna elettorale? Magari farà colore, no? Per far parlare un po’ di sé…”: questa l’agghiacciante superficialità del centrodestra romano. E invece salta fuori che è una razzista antisemita: una nazista che bisognerebbe invitare a ritirarsi dalla consultazione elettorale, per andare a lavare le scale, come fanno molte oneste e nobilissime signorine della periferia romana.
Il centrodestra italiano, da qui alle elezioni del 2023, deve fare un esame di coscienza e un bagno di umiltà che ancora non ha ben inquadrato, né compreso. E se non si sbrigherà a farlo, si ritroverà letteralmente spalmato, tutto quanto, contro il muro. Altro che “Norimberga 2”, coma gridano per la strada i No vax: qui si corre il rischio opposto, dopo due anni di pandemia e 130 mila morti verso i quali tutto il centrodestra – e non solo la Benevento – non ha fatto altro che dimostrare ambiguità e disprezzo.
(14 settembre 2021)
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