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IL nuovo DPCM che ancora non si sa del tutto cos’è pare preveda una nuova, l’ennesima, stretta sugli spettacoli: una stretta fatta un po’ a cazzo se dovesse corrispondere a quanto si sente dalle radio e da quanto si legge sui giornali, e che suona un po’ come l’ennesimo scherzetto ai danni di chi opera e vive – o meglio viveva, e già con diversi problemi sul groppone – di cultura.
Si parla di un’ulteriore stretta, in strutture che già non prevedono una regolamentazione chiara, in un settore che sempre più sembra diretto a privilegiare i grandi teatri nazionali e gli scambi tra di essi, soffocando le realtà medio piccole che sono costrette a smettere di produrre, rappresentare, circuitare, organizzare, pensare. Non necessariamente in quest’ordine.
Sta bene il DPCM, sta bene la prudenza, sta bene la protezione, ma se proprio volete farci morire, a noi realtà medio-piccole, diteci con quale veleno o almeno permetteteci di sceglierlo. Così, signori che state al governo per distruggere la casta e tutte le porcate fate in passato, non si può andare avanti. E se non avete nessuna responsabilità rispetto alla diffusione del Covid-19 ne avete, le avete tutte, rispetto alle decisioni che state prendendo e che stanno distruggendo un intero settore che in Italia dava lavoro e produceva utili.
Sapete, è terribile dover chiedere soldi in giro e sostegno a lettori e spettatori per poter pagare i conti. Saluti garbati.
(12 ottobre 2020)
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