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Un giorno, Agostino esce dal suo appartamento a Tor Bella Monaca insieme a sua moglie e sta portando il figlio in chiesa per la prima comunione. Ma quando torna per festeggiare, si accorge che gli hanno occupato casa, o meglio gliel’hanno rubata. E a nulla valgono le sue rimostranze presso le autorità: Agostino non ha nessun titolo per dimostrare che l’appartamento è suo. Come capita abitualmente nelle periferie italiane, dove vige la legge del Far West, il nostro ha dato, a suo tempo, ad un boss di quartiere, una buona uscita a fondo perduto, per prendere possesso di una casa popolare assegnata, negli anni ’70, a un signore ora deceduto, e ormai diventata vero e proprio “bottino di guerra”. Così, Agostino decide di riprendersela a modo suo. Occupa il pianerottolo insieme a tutta la sua famiglia e da quel momento in poi… comincia la sua battaglia personale.
La periferia di Roma, come quella di Milano, Napoli e Palermo, nasconde realtà estreme e storie amare come quella dell’operaio Agostino, raccontata da Massimiliano Bruno. Uno spettacolo pungente, amaro, ironico e con personaggi terribilmente attuali nella loro tragicomicità. Uno spaccato delle quotidiane ingiustizie che, proprio perché al limite del paradosso, diventano anche tanto divertenti. .
Una regia e una interpretazione, quella di Gianni Pontillo (che interpreta tutti i personaggi che Agostino incontra nella vicenda) che esalta la tragicomicità del testo in un gioco scenico di stilizzazioni, condite da un linguaggio semplice, immediato, a volte rozzo come i suoi interpreti, ma terribilmente vero.
Teatro Trastevere
via Jacopa de’Settesoli 3, 00153 Roma
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(2 novembre 2019)
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