di Daniele Santi #Lopinione twitter@GaiaitaliaRoma #Pentaleghismo
Fa male. Non c’è che dire. Li vedevi lì, nel loro giovin virgultismo, entusiasti e felici di essere coloro che avrebbero spazzato via tutti i mali d’Italia (e c’era una vocina che ti diceva che sarebbero stati forse peggio degli altri), ma tu niente. Perché erano cinvincenti e ti convincevano facendoti schiantare dal ridere con il Guitto Diabolico in prima fila a farsi traghettare sui gommoni da una marea di creduloni festanti che tutto ciò che desideravano era ridere dei potenti che sarebbero stati distrutti.
Invece è stato distrutto il falso mito. Il Colosso del Cambiamento dai Piedi d’Argilla, della non preparazione, dell’onestà inesistente, della coerenza a convenienza e ad orologeria, della distruzione dell’avversario, dello statuto che cambia quando si vuole, dei soliti che votano a comando, del contratto con penale se sgarri, del tutto ciò che era visibile dall’inizio, ma non si è voluto vedere crolla lentamente, ma inesorabilmente, sotto il peso del suo essere uguale agli altri, anzi peggio… Con la colpa ulteriore di essersi venduto per ciò che non è.
Le pentastelle cadenti sono rumorose e basta. E nemmeno vale la pena di stare col naso all’insù per vederle scomparire dall’orizzonte.
(20 marzo 2019)
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