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Atac come proprietà privata, o della fantastica storia dello slogan antivaccini sull’autobus

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di Giovanna Di Rosa, twitter@gaiaitaliacomlo, #Roma

 

 

E’ evidente che certi dipendenti di Atac percepiscono l’azienda come una proprietà privata con la quale possono fare tutto ciò che vogliono; è altrettanto chiaro che Atac non ha i mezzi per, o non ha voglia di, impedire a questi dipendenti di trattare l’azienda come il cesso di casa loro. L’ultimo episodio è divertentissimo ed ha a che vedere con un autista che, svegliatosi male, aveva l’assoluta necessità di dare un senso alla sua inutile esistenza ed ha pensato bene di fare un po’ di propaganda politica da un’autobus. Ha quindi scritto, con quell’affarino elettronico che servirebbe ad informare l’utenza sulla direzione dell’autobus, sul suo percorso, su numero e capolinea: “Vaccinati sto caxxo”. Questa è Atac, questi sono i suoi dipendenti.

E’ evidente che all’interno di Atac si è costituito negli anni un gruppo di potere che agisce alla stregua di un partito politico interno che la rivoluzione [sic] in giunta capitolina ha convinto di poter agire impunemente con la cosa pubblica. Del resto è ciò che la giunta stessa sta facendo. Atac, o meglio, alcuni dipendenti di Atac, si adatta.

La storia è insieme tragica e comica parte dal gruppo pubblico Facebook “Genitori e Bambini Liberi e Sani-Popolo Unico” che ha pubblicato il post seguente, poi cancellato.


Il post giocherellone è naturalmente stato ripreso e commentato con l’arguzia tipica del “commentatore tipo” da social, già leone da tastiera, ed esperto tuttologo.

 

 

Il post è stato poi cancellato, perché così funziona, ma purtroppo per loro i giocherelloni da social sono molto veloci nel postare, ma sempre troppo lenti nel rimuovere e la storiella aveva già cominciato a fare il suo corso.



Furiosi i “signori di Atac” che lanciano un comunicato ripreso da Next Quotidiano dove scrivono: “Il bus di linea in questione stamattina è stato tabellato con una scritta contro le vaccinazioni Al termine dei necessari approfondimenti, l’azienda prenderà ogni provvedimento non solo a carico del conducente, ma anche di eventuali altri responsabili, che col proprio comportamento avessero favorito, in qualsiasi modo, la grave ed inaccettabile violazione dei regolamenti aziendali e conseguente danno all’immagine della società”.

Si evince quindi dal comunicato che Atac ha un’immagine, ed è una notizia confortante, e che verranno accertate le responsabilità. Ed anche questo suona bene. Suonerà meglio quando avremo notizie certe sui provvedimenti presi e sulle reagoni per le quali all’internod ella disastrata azienda dei trasporti romani che ha sulle spalle la responsabilità degli spostamenti di milioni di romani, non si sia riusciti a sviluppare la consapevolezza che la priorità non sono i fatti privati degli autisti, le loro idee o appartenenze politiche, ma l’efficienza del servizio che, francamente, fa piangere.

Poi la storia è continuata sui social, perché tutto è meglio che lavorare anche se si percepisce uno stipendio, con il presunto autore dell’adolescenziale bravata (lo chiamiamo presunto perché fa serio) ha negato di avere messo lui la ascritta sull’autobus minacciando “querele per istigazione alla violenza” nei confronti di chi ha riportato il suo status, preso da un gruppo pubblico su Facebook perchè a suo parere “pubblicare nome e cognome senza averne prova certa credo si configuri come un bel reatuccio penale”. Scrive Next Quotidiano che l’uomo ha sorvolato sul fatto che era stato lui stesso ad attribuirsi la scritta su Facebook e di aver ritrattato soltanto dopo la sua diffusione” e dimostrando di non avere idea di come funzioni un social e di cosa la dizione “gruppo pubblico” significhi. Per sua conoscenza ricordiamo che “gruppo pubblico” significa che tutti possono leggere ciò che si posta e che il nostro profilo è “pubblicamente” visibile per nostra scelta. E se non lo sono il nome e cognome perché si sveglie uno pseudo, ad essere pubblico è il nostro IP. Insomma siamo tutti responsabili di ciò che pubblichiamo.

Dunque restiamo in attesa con la consapevolezza che dentro Atac si agitano forze politiche anti-stato e che i loro appartenenti anziché preoccuparsi della decenza del loro lavoro, pagato con soldi pubblici, si occupano di offrire slogan, il rendere noto il loro stato d’animo e minacciano querele. Ci piacerebbe conoscere meglio il favoloso mondo Atac. Interessante è la pagina di Popolo Unico della quale riproponiamo di seguito un breve estratto ricordandovi di accedere al link per rendervi edotti.





28 agosto 2017

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