di Giancarlo Grassi
Dallo scorso 2 settembre è possibile fare richiesta per i fondi del “piano povertà” messi a disposizione dal governo ametà luglio. E’ possibile a Torino, a Napoli, a Perugia, è possibile a Milano, ma non nella Capitale perché i Municipi, deputati all’accettazione delle domande, non sanno cosa fare. Non hannoa vuto istruzioni. E’ il sito Roma Today a dare voce all’assessore al Sociale del I Municipio, Emiliano Monteverde, che afferma “…nessuno dal Comune ci ha informato di niente. Sul sito non c’è nulla”, e continua Monteverde, spiegando che uno strumento come il “piano povertà” rivolto “ai cittadini che hanno maggiori difficoltà deve partire nel più breve tempo possibile anche a Roma”.
Considerando la lunga storia degli assessori al Bilancio presi, assunti poi defenestrati e considerando anche che una media di 350 euro mensili destinati a chi ne ha bisogno sul serio (circa 200mila famiglie in difficoltà) sono una cifra importante quando non hai nulla; considerando le vicende che hanno visto la sindaca a 5Stelle e i suoi prodi compagni di viaggio fare sfoggio di tutte le loro capacità; considerando i problemi che si trovano ad affrontare che non lasciano loro il tempo di governare, uno dei risultati è che a Roma chi si reca in uno dei tanti Municipi per portare i documenti necessari per ricevere l’aiuto stanziato dallo stato, viene rimandato a casa.
Il ritardo, provocherà ulteriori disagi a questa gente, considerando che l’erogazione della prima tranche – la riscossione del contributo è bimestrale – prevista per il 30 ottobre, rischia di arrivare in ritardo. L’ennesima figuraccia.
(13 settembre 2016)
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