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“Pensierini Romani” di Vittorio Lussana: Una Roma (e un’Italia) sconcertante

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di Vittorio Lussana #PensieriniRomani twitter@GaiaitaliaRoma #AsRoma

 

Pur avendo, da qualche anno a questa parte, il cuore traboccante d’orgoglio per l’Atalanta bergamasca calcio, sono e rimango romanista. E mi è dispiaciuto, lo scorso sabato sera, dover ascoltare su Youtube gli sfoghi, comprensibilissimi, di molti tifosi giallorossi per l’ennesima sconfitta rimediata proprio a Bergamo, tra l’altro… Tuttavia, è ormai giunto il momento di sollevare una serie di questioni in merito alla gestione societaria seguita dal signor James Pallotta in quest’ultimo decennio. A prescindere dal fatto di esser stato ‘buttato fuori’ da una radio capitolina che questo stravagante italo-americano, non appena sceso dall’aereo, ha deciso di utilizzare tutta per sé, affittandosi l’intera frequenza. Tutto ciò, nonostante avessi ottenuto dei fondi dal Consiglio regionale del Lazio, finalizzati a formare 12 giornalisti radiofonici. Chiarisco sin da subito che, non avendo potuto usufruire di quello ‘spazio’, dovetti rinunciare a quel progetto e alle risorse allora accordatemi. E che non ho trattenuto nulla, sia chiaro: neanche un centesimo di euro. Anche perché, nessuno degli altri soggetti presenti sul mercato radiofonico ‘laziale’ ebbe il coraggio di farsi avanti, al fine di valutare seriamente una partnership potenzialmente in grado di effettuare un discreto investimento. In questo tipo di situazioni, mi vengono sempre in mente le parole di mio padre: “In ‘culo’, sì; in ‘testa’, no…”. Una vicenda che, negli anni successivi, non ho voluto neanche chiarire ad amici e conoscenti, perché altrimenti verrebbe fuori che c’è un intero ‘pezzo’ di Roma che possiede il quoziente intellettivo di uno ‘scimmione’ del Bioparco di Valle Giulia. Ecco per quale motivo, durante il Festival di Sanremo di un paio d’anni fa, feci un ‘tifo sfegatato’ per Gabbani e la sua stupenda ‘scimmia danzante’: una metafora ‘azzeccatissima’, che ovviamente non da tutti fu compresa. Ma tant’è: ormai son passati degli anni ed è inutile recriminare in merito a una vicenda in cui, ancora oggi, chi mi accusa di non esser stato corretto è fortemente manchevole delle informazioni minime necessarie per poter, per lo meno, aprire bocca. E questa è un’altra delle pessime caratteristiche della Roma di oggi: in certe questioni, alcune persone sono solite complicare a tal punto le cose che non si è più minimamente in grado di spiegare cosa diamine sia effettivamente successo. E ciò non avviene per ‘malafede’, attenzione: avviene perché un sacco di gente, soprattutto a Roma, spesso e volentieri si perde interi ‘pezzi’ per strada e non comprende più in alcun modo le decisioni o le prese di posizione degli altri. Un po’ come quando si torna a seguire ‘Grey’s anatomy’ dopo essersi perso un centinaio di puntate: “Come mai, adesso, quella sta con questo qui? E quell’altro? Che fine ha fatto? E’ morto? Maddai!!! Ma come è morto? In un incidente d’auto? Ma non faceva il chirurgo? Vabbè: ‘sticazzi…”. In ogni caso, a un certo punto il signor Pallotta, dopo essersi assicurato il nuovo seguito di ‘pseudoesperti’ radiofonici e televisivi, incapaci di seguire persino un episodio autoconclusivo di ‘Peppa Pig’, era riuscito a costruire una squadra abbastanza solida. In particolare, quella giunta alle semifinali di Champion’s League eliminando il Barcellona. Addirittura, noi abbiamo sempre pensato che la squadra dell’anno precedente fosse ancora più forte. Eppure, non appena si apriva il mercato estivo, le ‘rose’ di quelle formazioni venivano regolarmente ‘smantellate’, per far posto a giocatori che non valevano neanche la metà di quelli rivenduti o concessi in prestito con riscatto, probabilmente per finalità di riassetto del bilancio societario o problemi del genere. Vabbè: su queste cose, ognuno è libero di pensarla come vuole. Poi, però, cosa succede a un certo punto? Succede che, dopo uno stranissimo ‘scazzo’ avvenuto ai piedi del Gasometro tra il sottoscritto e il ‘lazialissimo’ attore teatrale Daniele Parisi – un litigio da ‘sbellicarsi’, sia chiaro, poiché stracolmo di equivoci su Candreva – Lazio e Atalanta hanno cominciato a tirar fuori dal ‘cilindro’ veri e propri ‘campioncini’ provenienti dai rispettivi vivai. Ed ecco che anche la Roma si mette a fare la stessa cosa, schierando in prima squadra alcuni giovani talenti come Zaniolo e Pellegrini. Una svolta strategica che in ‘casa giallorossa’ ha finito col ‘sovrapporsi’ ai progetti precedenti, generando una crisi d’identità a dir poco spaventosa, i cui danni sono stati limitati unicamente dal talento del bosniaco Edin Zdeko. Noi lo avevamo anche scritto, a un certo punto: solo con Dzeko davanti, non si va da nessuna parte. Servivano, infatti, allenatori con un’idea di calcio ben precisa, che anche quando non vincono, come nel caso di Inzaghi e Gasperini, per lo meno danno spettacolo. Una cosa è perdere alcune partite giocando bene; ben altra, lasciarsi umiliare, mortificando i propri tifosi. C’è anche da dire che non si tratta di un suicidio collettivo capitato unicamente a Roma: sempre parlando di Atalanta, il devastante Josep Ilicic è uno ‘scarto’ della Fiorentina. A dimostrazione che, in tutte le città italiane, esiste una categoria ben precisa di persone di cui ci si dovrebbe liberare in fretta e furia, poiché incapace di intendre e di volere. La distinzione da fare nell’Italia di oggi, infatti, non è più tra due visioni di Paese o di calcio, bensì tra persone più o meno normali costrette a fuggire disperatamente da altre completamente ‘fuse’, che pretendono di cavalcare un cavallo dal lato della ‘coda’: delle autentiche ‘teste da scazzo’ che non esistono in nessun altro posto del mondo. Una divisione che, anno dopo anno, sta diventando sempre più evidente, pur con tutti i limiti dell’altro ‘pezzo’ d’Italia, che di certo non è caratterizzato da ‘fenomeni’. E’ un ragionamento semplice semplice, che nel mondo del calcio appare ancor più palese che in altri settori: non c’è più un’Italia ‘liberal’ che si contrappone a quella ‘social’, bensì dei normalissimi ‘ubriachi’ che litigano tra loro poiché impossibilitati a sostenere un confronto dialettico di qualsiasi genere e tipo con una categoria di imbecilli inconsapevoli che continuano a spararsi sui piedi da soli… Ed è sconcertante, ‘sta cosa. Proprio sconcertante.

 

(19 febbraio 2020)

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