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Virginia Raggi dei miracoli dove troverà i 200 milioni per il concordato preventivo su Atac?

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di Giovanna Di Rosa, #Roma

 

 

La Sindaca dei Miracoli ha quindi optato per il concordato preventivo: parliamo di Atac, l’azienda dei trasporti delle meraviglie, serbatoio di voti del M5S, azienda che ha al suo interno personale così serio e preparato da permettersi di scrivere battute idiote antivax al posto della destinazione degli autobus sui display luminosi dei mezzi; è quell’azienda che si inventa il maltempo – parola di troll grillino – per permettere a quotidiani poco seri cme il nostro di fare propaganda anti-Raggi quando in realtà a Roma negli ultimi giorni non è piovuto mai. Insomma.

Atac è quell’azienda da gèni composta e diretta che ha scelto, attraverso il suo consiglio di amministrazione, la via del concordato preventivo in continuità – un accordo con i creditori sotto l’egida del tribunale – come soluzione ai suoi conti disastrati. La SIndaca ha scritto un post dove valuava la decisione come “bella bellissima” insieme ad un sacco di altre cose che potete leggere da voi.


Volete che ci mettiamo di traverso al post? La ragazza scrive bene, sembra avere idee, le spiega benissimo – tanto che i poveracci le hanno creduto – ha una sua infantile intelligenza unita ad un certo gusto per la lacrima che la fa benvolere. E’ nel passaggio dalla progettualità alla pratica che emergono i suoi limiti. Numerosissimi. Primo fra tutti non avere possibilità di decidere. Decidono per lei Grillo & Casaleggio. E anche Roberta Lombardi. Tutto questo unito ad una prosopopea senza limiti che ne fa la Sindaca che è. Ma non è colpa sua. E’ chi l’ha votata che l’ha disegnata diversamente.

Dunque, prima di divagare, parlavamo del post di Virginia Raggi e della sua gioia incontenibile alla parola “concordato preventivo”: e lo fa rivolgendosi ai creditori (alcuni dei quali si sono già rivolti al Tribunale) e chiedendo loro, come se fossero vecchi amici, di condividere il sogno a 5Stelle del “faremo” e del “c’impegneremo a” che dopo 15 mesi di governo ha rotto i coglioni anche ai passeri, e parla di una rivoluzione che trasforma la più grande società pubblica di trasporti d’Europa in una azienda efficiente. Iniziamo un percorso che si chiama “concordato preventivo” e che stiamo studiando dallo scorso anno: chiediamo ai creditori dell’azienda di realizzare insieme un piano di risanamento e rilancio”. Capite? Non è lei che vaneggia, siamo noi che non capiamo: è sufficiente il concordato preventivo (che i creditori devono accettare, questa Virginia Raggi non lo dice, così come non dice cosa succederà se diranno “No”) e voilà, tutto si sistema, come nelle favole. Ma lei non è Biancaneve, lei – la Raggi – è la Strega Cattiva o la Fata Smemorina. Scegliete voi.

Intanto ci sono 33mila firme sulla privatizzazione di Atac alle quali Donna Raggi delle Funivie risponde sommessamente “‘sti gran cxxxi”. Quindi altre cosette da nulla: quasi 500 milioni che Atac deve al Comune di Roma. Che fine faranno? Verranno spalmati? Dimenticati? Condonati? Tanto Roma è ricca, non ha debiti se non quei 13 miliardi di euro che sono responsabilità delle amministrazioni precedenti e sui quali Raggi non si sofferma. Perché levarsi il sonno per cose di sì risibile importanza? Infine, ma non per ultimi, una cifra ridicola che sta attorno ai 200 milioni di euro per avviare il concordato. Duecento più quasi cinquecento fa un totale di quasi settecento milioni di euro da far quadrare (come i conti, così succede ai numeri)…

Se Donna Raggi dei Serstezi fosse così gentile da informarci da dove (e se) arriveranno le saremmo proprio grati…

 

 

(5 settembre 2017)

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